Dharamsala, 18 Ottobre 2008 – Dopo quasi sette mesi di detenzione nella prigione di Kachu, il monaco tibetano Jigme Gyatso, assistente del documentarista Dhondup Wangchen (vedi news 16 settembre 2008), è stato temporaneamente rilasciato e ha potuto fare ritorno al monastero di Labrang Tashikyil, nella provincia del Gansu, dove, per almeno un anno, resterà in regime di libertà vigilata. Non è chiaro se tutte le accuse formulate nei suoi confronti siano cadute. I due documentaristi erano stati arrestati nel marzo 2008, dopo che il materiale da loro filmato era fortunosamente arrivato in Svizzera, dove è stato montato. Dall’ottobre 2007 al marzo 2008 Wangchen e Jigme avevano viaggiato attraverso l’altopiano tibetano raccogliendo trentacinque ore di interviste nelle quali i loro compatrioti tibetani esprimevano i propri sentimenti ed opinioni sulle Olimpiadi, sulla situazione all’interno del paese e sulla loro devozione al Dalai Lama.
Nel comunicato rilasciato dalla compagnia di produzione del film, su legge che Jigme, durante tutto il periodo della detenzione, è stato brutalmente torturato: i suoi carcerieri lo hanno ripetutamente picchiato, lo hanno tenuto per ore appeso al soffitto a testa in giù e tenuto legato per giorni alla sedia per gli interrogatori. A causa delle percosse è svenuto più volte.
Nessuna notizia riguardo a Dhondup Wangchen: di lui si sa soltanto che è ancora in carcere.