Dharamsala, 16 novembre 2008. In una conferenza stampa, i due inviati del Dalai Lama Lodi Gyari e Kelsang Gyaltsen, tornati il 5 novembre da Pechino dopo l’ultimo, infruttuoso incontro con i dirigenti cinesi, hanno dichiarato di aver presentato alla controparte un “Memorandum per un’autentica autonomia del popolo tibetano”.
Gli inviati hanno spiegato di aver deciso di parlare in conferenza stampa dopo che il contenuto del memorandum è stato travisato e stravolto dal governo cinese che ha accusato pubblicamente i tibetani di cercare una totale indipendenza da Pechino. Il documento tibetano, così com’è stato illustrato alla stampa dagli inviati tibetani, partendo dal riconoscimento che la costituzione cinese contiene i principi fondamentali dell’autonomia e dell’autogoverno, chiede che, in accordo con la costituzione, venga assicurata la protezione della cultura e dell’identità della minoranza tibetana.
Gli inviati hanno sostanzialmente ribadito, così come scritto nel memorandum, che i tibetani, all’interno della multietnica Repubblica Popolare cinese, possono beneficiare della crescita economica e scientifica nonché partecipare e contribuire al suo sviluppo senza tuttavia perdere la propria identità. Per questo il memorandum chiede alla Cina il rispetto e il riconoscimento dell’integrità del governo tibetano e il suo diritto ad esercitare l’autonomia all’interno della Repubblica popolare.
In particolare, il documento chiede che siano salvaguardate e riconosciute le necessità basilari dei tibetani, come cultura, lingua, religione, educazione, protezione dell’ambiente, utilizzo delle risorse naturali, sviluppo economico e commerciale, sicurezza e salute pubblica, regolamentazione dei migranti, possibilità di scambi religiosi, culturali e educativi con altri paesi oltre, naturalmente, al rispetto dell’integrità della nazionalità tibetana.Il testo integrale, in lingua inglese, al sito:
Gli inviati hanno spiegato di aver deciso di parlare in conferenza stampa dopo che il contenuto del memorandum è stato travisato e stravolto dal governo cinese che ha accusato pubblicamente i tibetani di cercare una totale indipendenza da Pechino. Il documento tibetano, così com’è stato illustrato alla stampa dagli inviati tibetani, partendo dal riconoscimento che la costituzione cinese contiene i principi fondamentali dell’autonomia e dell’autogoverno, chiede che, in accordo con la costituzione, venga assicurata la protezione della cultura e dell’identità della minoranza tibetana.
Gli inviati hanno sostanzialmente ribadito, così come scritto nel memorandum, che i tibetani, all’interno della multietnica Repubblica Popolare cinese, possono beneficiare della crescita economica e scientifica nonché partecipare e contribuire al suo sviluppo senza tuttavia perdere la propria identità. Per questo il memorandum chiede alla Cina il rispetto e il riconoscimento dell’integrità del governo tibetano e il suo diritto ad esercitare l’autonomia all’interno della Repubblica popolare.
In particolare, il documento chiede che siano salvaguardate e riconosciute le necessità basilari dei tibetani, come cultura, lingua, religione, educazione, protezione dell’ambiente, utilizzo delle risorse naturali, sviluppo economico e commerciale, sicurezza e salute pubblica, regolamentazione dei migranti, possibilità di scambi religiosi, culturali e educativi con altri paesi oltre, naturalmente, al rispetto dell’integrità della nazionalità tibetana.Il testo integrale, in lingua inglese, al sito: