PECHINO: NO ALL’INDIPENDENZA DEL TIBET MA PORTA APERTA AL DIALOGO SULLA PERSONA DEL DALAI LAMA

Dharamsala, 20 novembre 2008. Mentre prosegue a Dharamsala, nel più assoluto silenzio stampa, l’assemblea speciale dei tibetani chiamati a decidere sulle future strategie politiche, la Cina ha fatto sapere di non essere disposta a prendere in considerazione l’indipendenza della Regione Autonoma Tibetana ma di lasciare la porta aperta a colloqui con i rappresentanti del Dalai Lama.

A Parigi, nel corso di un incontro con un gruppo di cinesi residenti all’estero, il vice ministro del Dipartimento del Fronte Unito per il Lavoro, Zhu Weiqun, ha così dichiarato: “Il governo centrale non è disposto a parlare con i rappresentanti personali del Dalai Lama della cosiddetta questione del Tibet”. “Il governo tibetano in esilio è illegale e il governo centrale non vuole relazionarsi ad esso”. “Su questo punto il nostro governo non è disposto a compromessi”, ha aggiunto il vice ministro. “L’unico argomento sul quale il governo centrale è disposto a discutere con i rappresentanti del Dalai Lama riguarda il futuro del Dalai Lama stesso, a condizione che egli rinunci alle sue errate richieste”.

Il 19 novembre, a Dharamsala, Gyalo Thondup, fratello maggiore del Dalai Lama, ha categoricamente smentito quanto dichiarato da Zhu Weiqun il 10 novembre scorso, all’indomani dell’ultimo incontro con gli inviati tibetani. Rispondendo a una domanda di un giornalista giapponese, il vice ministro aveva dichiarato falsa e senza fondamento l’affermazione attribuita nel 1979 all’allora leader Deng Xiaoping, quando aveva affermato che “ad eccezione dell’indipendenza del Tibet, ogni altra questione può essere risolta attraverso il dialogo”.

Gyalo Thondup ha dichiarato che Deng rivolse quella frase a lui personalmente, in occasione della sua prima visita in Cina, e ha aggiunto che il leader cinese si disse addirittura pronto a dare immediatamente inizio a negoziati per risolvere la questione tibetana. Thondup non diede corso all’invito in quanto a quel tempo non era stato investito dei poteri politici necessari a trattare l’argomento ma riferì al Dalai Lama quanto affermato da Deng. La dichiarazione di Deng Xiaoping divenne la piattaforma della politica dell’approccio della Via di Mezzo formulato dal leader tibetano.