“Se questo è vero – commenta Rinpoche – perché non è permesso a tutti di venire a vedere il felice popolo tibetano, perché ci sono divieti per stranieri e giornalisti? Se la gente fosse felice, non ci sarebbero lamentele e proteste, che invece ci sono, anche se la Cina lo nega”.
Il rapporto indica che in Tibet ci sono 2,7 milioni di etnici tibetani su una popolazione di 2,87 milioni, secondo dati del 2008, anche se molti esperti commentano che nei numeri non sono compresi i molti etnici Han emigrati in Tibet ma non formalmente residenti.
Rinpoche risponde che è evidente che “a Lhasa i cinesi immigrati sono il doppio dei tibetani”. “Il governo ha favorito una massiccia immigrazione di etnici cinesi offendo loro incentivi economici. I tibetani sono ormai una minoranza nel loro stesso Paese: nella zona vivono sei milioni di tibetani e non meno di 7,5 milioni di etnici cinesi [con riferimento non solo al Tibet ma anche alle altre zone tibetane nelle popolose province del Gansu, Qinghai e Sichuan]. Inoltre i tibetani vivono soprattutto nelle zone rurali [mentre i cinesi Han occupano città e commerci]. E’ una vera ‘aggressione demografica’ che minaccia la cultura tibetana”.
“In secondo luogo – prosegue Samdhong Rinpoche – sono stati già fatti danni irreversibili all’ambiente, è stato alterato il fragile ecosistema dell’area e si stanno sciogliendo i ghiacciai eterni del Tibet.
“Inoltre la Cina proclama di avere investito grandi somme per il progresso economico e il benessere della regione. In realtà si è impadronita delle immense risorse della zona, ha saccheggiato persino gli ampi boschi e le piante medicinali degli altopiani. Non più del 6-7% del valore di queste risorse è stato investito nello sviluppo della regione ma a beneficiarne sono state soprattutto le etnie non tibetane e i militari presenti”.
Samdhong Rinpoche conclude che la Cina si è impossessata persino dei simboli delle tradizioni religiose e culturali: “I cinesi hanno fatto saccheggio di reliquie e manufatti antichi, confiscati negli anni ’60 e ’70 da monasteri e case, compresi preziosi, gioielli e ornamenti in oro e argento”. (NC)