Dharamsala, 29 giugno 2009. Il governo cinese, attraverso il proprio ambasciatore a Kathmandu, ha ufficialmente chiesto a quello nepalese di fermare le proteste contro la Cina da parte dei tibetani in esilio. La richiesta di Pechino è avvenuta a pochi giorni dalla marcia di protesta verso il Tibet organizzata da un gruppo di tibetani. La pacifica manifestazione, che ha avuto luogo venerdì 26 giugno, è stata fermata dalla polizia nepalese nei pressi della cittadina di Andhari (nella foto), nel distretto nepalese di Sindhupalchowck, a una trentina di chilometri dal confine con il Tibet. Trentacinque persone sono state arrestate.Secondo Reviewnepal.com alcuni tibetani hanno dato vita a una manifestazione di protesta anche nel distretto di Kavre. In entrambi i casi si tratta delle prime manifestazioni contro il regime di Pechino dopo quelle avvenute a Kathmandu lo scorso anno, quando, in seguito alla sollevazione avvenuta all’interno del Tibet, i rifugiati protestarono di fronte all’ambasciata cinese, all’ufficio visti e all’ufficio delle Nazioni Unite.In quell’occasione, la brutalità dell’intervento della polizia nepalese fu universalmente condannata. Dal canto suo, Pechino inviò in Nepal una serie di delegazioni di alto livello che promisero alle autorità nepalesi assistenza politica ed economica in cambio di una più stretta vigilanza sulle attività dei profughi a sostegno della libertà del Tibet.
(Phayul.com)
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