Dharamsala, 24 giugno 2009. I tibetani e i loro sostenitori hanno inscenato una manifestazione di protesta nella piazza del mercato di Dharamsala contro lo sfruttamento delle risorse minerarie tibetane da parte della compagnia Continental Minerals, sussidiaria della canadese Hunter Dickinson, attiva a Shethongmon (in cinese: Xietongmen), nel Tibet centrale. “Chiediamo l’immediata cessazione delle attività della HD/Continental Minerals dal territorio del Tibet occupato”, ha dichiarato Tenzin Choedon, dirigente della sezione indiana di Students for a Free Tibet. “Nel Tibet occupato è negato ai tibetani il diritto, riconosciuto dalla legge internazionale, di decidere sulle modalità di utilizzo del suolo e delle sue risorse”.
Gli attivisti tibetani affermano che lo sfruttamento indiscriminato delle risorse del sottosuolo operato dalle compagnie minerarie potrebbe minacciare gravemente il fragile ecosistema del Tibet.
“Circa il 47% della popolazione mondiale dipende dalle fonti idriche dell’altopiano del Tibet e lì nascono tre dei nostri maggiori fiumi … Il governo cinese e le compagnie estere rischiano di distruggere non soltanto il fragile ecosistema della regione, ma anche le risorse vitali di circa metà della popolazione mondiale”, ha affermato Kirti Kapoor, uno studente dell’Università di Delhi e membro di Students for a Free Tibet – India.
Da tempo si susseguono le proteste dei tibetani. Recentemente, nella contea Marham, in centinaia hanno bloccato la strada di accesso al monte Ser Ngol Lo, che i tibetani considerano sacro. Non hanno ceduto anche quando è intervenuto l’esercito cinese. Le autorità hanno infine chiuso la miniera.
Nella città di Gyama, vicino a Lhasa, la ditta mineraria ha addirittura deviato il corso del fiume Gyama Shingchu e incanalato l’acqua presso la miniera, anche se questo ha fatto inaridire le coltivazioni esistenti sul corso d’acqua.
(Phayul/AsiaNews)