NEPAL: SARÀ IMPEDITA AI TIBETANI OGNI MANIFESTAZIONE ANTICINESE

arresto a KTMKathmandu, 8 settembre 2009. Prima di lasciare Kathmandu alla volta della Cina, il Ministro degli Esteri nepalese, signora Sujata Koirala, ha dichiarato alla stampa che è sua intenzione rassicurare Pechino circa la fedeltà del suo governo alla politica dell’unità della Cina e convincerla che ai tibetani non sarà consentito di usare il territorio nepalese per manifestazioni di protesta o azioni anticinesi. In Nepal vivono circa ventimila tibetani. Il loro esodo dal Tibet è iniziato nel 1959, dopo l’insurrezione di Lhasa e la fuga del Dalai Lama. Da allora si calcola che, ogni anno, circa duemilacinquecento tibetani abbiano varcato la frontiera nepalese nel tentativo di raggiungere l’India ma il loro numero è drasticamente calato dalla primavera dello scorso anno, quando l’esercito cinese, in seguito alle proteste che hanno infiammato Lhasa e l’intero Tibet, presidia militarmente tutto l’altopiano.
Il governo di Kathmandu, pressato dalle richieste di Pechino che fornisce al Nepal importanti aiuti economici per la costruzione di infrastrutture (strade, ospedali, centrali elettriche), da tempo ha adottato la linea dura nei confronti dei tibetani reprimendo duramente qualsiasi manifestazione.
Solo una settimana fa, il 2 settembre 2009, la polizia ha arrestato un gruppo di dieci tibetani che, assieme ad altri connazionali, esprimevano il loro dissenso per la visita di una delegazione cinese di diciassette persone guidata da Zhang Gaoli, un membro del comitato centrale del Partito Comunista (nella foto l’arresto di un dimostrante).(Phyul/AFP)