“Sono trascorsi quattro anni dall’ultima edizione del Congresso Mondiale Parlamentare sul Tibet (WPCT)” – fa sapere Matteo Mecacci, presidente dell’Intergruppo – “ma da quel momento, nonostante le richieste rivolte al governo cinese per affrontare gravi violazioni dei diritti umani in Tibet sia da parte di singoli governi, sia da parte di organismi internazionali attraverso azioni multilaterali, non è stato fatto alcun passo avanti. La situazione in Tibet rimane molto grave. Come sai, nella primavera del 2008, manifestazioni sparse in tutto il Tibet sono state oggetto di una dura repressione che continua, in modo imponente, ad avere luogo in gran parte del Tibet. Centinaia di tibetani collegati a queste manifestazioni sono in carcere e molti di quelli che cominciano a percorrere il sistema giudiziario cinese, sono chiaramente (e ingiustamente) privati di un giusto processo”.
“Questi sono tempi difficili e impegnativi sia per il popolo tibetano che per coloro della comunità internazionale, che ritengono che il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici, non sono “beni di lusso”, bensì beni essenziali. Noi, in ogni caso, vediamo una grande opportunità. A dispetto delle tattiche di intimidazione e di propaganda cinese, ci troviamo d’accordo con Sua Santità il Dalai Lama e con la sua posizione a favore di una reale autonomia dei tibetani all’interno della Repubblica Popolare Cinese”.
“Nel corso dei decenni, molti di noi si sono recati a Pechino, Lhasa e Dharamsala. Abbiamo svolto un ruolo importante dicendo la verità ai potenti. Dal primo Congresso a New Delhi (1994), ci siamo poi riuniti per ben tre volte – a Vilnius (1995), a Washington DC (1997) e a Edimburgo (2005). Questi incontri hanno contribuito in modo sostanziale alla comprensione dei problemi del Tibet e hanno facilitato la comunicazione a sostegno di azioni ben organizzate e coordinate. Ci auguriamo di poter ottenere risultati più produttivi e importanti da questo Congresso”.
“Il Parlamento tibetano in esilio ha chiesto all’Intergruppo Parlamentare Italiano per il Tibet di dare il proprio contributo al fine di contribuire a trovare una soluzione alla questione del Tibet, ospitando il Congresso Modiael, e siamo lieti di aver ottenuto la collaborazione della Camera dei Deputati. Crediamo, come i tibetani, che si tratti di una iniziativa urgente e tempestiva, data la situazione in Tibet e gli sforzi sempre crescenti del governo cinese di presentare il Dalai Lama e le sue iniziative, in modo negativo e problematico”.
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA GIANFRANCO FINI INCONTRERÀ IL DALAI LAMA
(Asca)TIBET: PARLAMENTARI, INCONTRO FINI-DALAI LAMA SIA OCCASIONE PER DIALOGO
”Ringraziamo pubblicamente il presidente della Camera, Gianfranco Fini per la sensibilità istituzionale che ha mostrato con la decisione di voler incontrare ufficialmente il Dalai Lama, in occasione della sua presenza, prevista a Roma la prossima settimana, per aprire il V congresso mondiale dei parlamentari sul Tibet, organizzato dall’intergruppo parlamentare per il Tibet, di cui facciamo parte”. Lo scrivono, in una nota congiunta, diciotto tra deputati e senatori di Radicali-Pd, Pd, Italia dei Valori, Pdl, Lega Nord, Udc.
I parlamentari definiscono quella di Fini ”una decisione importante anche per le parole che sono state usate dal presidente della Camera per ribadire l’opportunità politica di questo incontro. Adesso – continuano – ci auguriamo che tutte le istituzioni italiane, a partire dal governo, sappiano in questa occasione, come e più che in passato, accogliere adeguatamente nel nostro paese, e sostenere politicamente, il messaggio di nonviolenza, tolleranza e dialogo portato avanti da decenni, e nonostante le tragiche difficoltà, dal premio Nobel per la pace tibetano”.