“Abbiamo tuttavia fatto notare che, mentre riconosciamo che il Tibet è parte della Repubblica Popolare cinese, gli Stati Uniti sostengono la ripresa, a tempi brevi, del dialogo tra i rappresentanti cinesi e il Dalai Lama per risolvere ogni problema e ogni differenza che possa esservi tra le parti”. “Accogliamo con soddisfazione i passi che la Repubblica Popolare cinese e Taiwan hanno già intrapreso per placare le tensioni esistenti e stabilire legami oltre lo Stretto”.
Il presidente USA ha inoltre riaffermato la propria convinzione che a tutti gli uomini e le donne siano riconosciuti i diritti umani fondamentali. Sull’argomento, Obama e Hu Jintao hanno convenuto di aprire un dialogo all’inizio dell’anno prossimo.
Il Dalai Lama, in visita oggi a Bolzano e a Trento (nella foto al suo arrivo all’aeroporto cittadino), ha dichiarato: “Apprezzo molto le parole di Obama sul Tibet. L’interesse della Casa Bianca è molto forte, ma è chiaro che ci sono forti limiti per i quali gli Stati Uniti non possono esprimersi come vorrebbero” “La situazione in Cina è molto cambiata negli ultimi sessant’anni e la tendenza è destinata a proseguire. Anche in Cina, infatti, c’è la richiesta di una maggiore libertà di espressione. Sono certo – ha concluso – che il popolo cinese è in grado di decidere per il meglio e per questo la libertà di espressione e la libertà di informazione hanno un ruolo determinante”.
Da Dharamsala, il portavoce dell’ufficio privato del Dalai Lama, Chime Chhoekyapa, ha fatto sapere che il leader tibetano è pronto a riprendere i colloqui, così come auspicato dal presidente statunitense. Pur riconoscendo che i gruppi tibetani più radicali sono contrari alla ripresa del dialogo, Chime ha riaffermato l’impegno del Dalai Lama sulla via del dialogo al fine di ottenere dalla Cina una “effettiva autonomia” per il Tibet.