Dharamsala, 19 novembre 2009. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha reso noto che lo scrittore e blogger tibetano Kunga Tsayang è stato condannato a cinque anni di carcere per aver divulgato “segreti di stato”. La sentenza è stata pronunciata il 12 novembre 2009 dalla Corte del Popolo della Prefettura Autonoma Tibetana di Gannan, provincia del Gansu, al termine di un processo a porte chiuse. Kunga Tsayang, un monaco ventenne del monastero Amdo – Labrang Tashikyl, era stato arrestato il 17 marzo 2009 sotto l’accusa di aver divulgato informazioni di natura politica sul Tibet. Sotto lo pseudonimo di Gan-Nyi (“sole della terra delle nevi”), Kunga, appassionato scrittore, cronista della nuova generazione tibetana e fotografo amatoriale, ha pubblicato saggi e articoli. È nato nella Contea di Chigdril, Prefettura Autonoma Tibetana di Golog, Provincia del Qinghai.
Viaggiando in tutto il Tibet, Kunga ha documentato con la sua telecamera il degrado ambientale dell’altopiano tibetano. Ha anche lavorato per il Nyempo Yutsae Kyeklam, un gruppo attivo nel settore della protezione ambientale. È autore di alcuni coraggiosi saggi sul Tibet, tra i quali “Chi è il vero separatista?”, “Chi è il vero nemico della stabilità?” e “Chi ha realmente istigato le proteste?”.
Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha fatto sapere che Kunga era strettamente controllato dalla polizia a partire dalle manifestazioni di protesta avvenute lo scorso anno nella contea di Labrang (Regione del Gansu). Fino al momento della sentenza, famigliari e amici non erano a conoscenza del luogo della sua detenzione.
Il caso di Kunga Tsayang, assieme a quello di Kunchok Tsephel, trentanove anni, condannato a quindici anni di carcere per alcuni articoli apparsi sul sito Chomei (Lampada) di cui è direttore, è stato denunciato, nelle proprie pagine on line, da Reporters sans Frontières. “È questa la risposta preventiva del governo cinese alla chiara ed esplicita difesa della libera circolazione delle informazioni auspicata dal presidente Obama?” – si chiede Reporters sans Frontières. “Speriamo che il governo centrale ribalti tali pesanti condanne a danno di due scrittori tibetani colpevoli solo di avere espresso il proprio punto di vista. Deploriamo la repressione divenuta crescente a partire dalle proteste in Tibet di marzo scorso”.
(Phayul – adginforma.it)