HILLARY CLINTON: LA CINA APRA UN’INCHIESTA SULL’INTRUSIONE NEI SOFTWARE DI GOOGLE

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Washington, 22 gennaio 2010. Parlando in mondovisione e via internet dal Newseum di Washington, il museo dell’informazione, un luogo dal significato fortemente simbolico, Hillary Clinton (nella foto in un momento del suo discorso) ha chiesto alle autorità cinesi di condurre un’inchiesta sull’intrusione ai software di Google, intrusione che ha costretto la compagnia americana a minacciare di chiudere la sua base operativa in Cina. “Ci auguriamo che i risultati di questa inchiesta siano del tutto trasparenti”, ha aggiunto il Segretario di Stato americano. La signora Clinton ha paragonato la cortina informatica esistente in certi paesi al muro di Berlino. Citando Arabia saudita, Tunisia, Uzbekistan, Vietnam, Egitto, nonché la Cina, la signora Clinton ha ricordato che internet è stato la fonte di enorme progresso in Cina e che milioni di utenti sono in rete. “Ma i paesi che limitano l’accesso all’informazione e violano i diritti fondamentali degli utenti della rete rischiano di escludersi dal progresso del secolo”, ha proseguito. “Gli Stati Uniti e la Cina hanno punti di vista differenti su questo argomento ma noi vogliamo affrontare queste divergenze in modo chiaro e determinato, all’interno delle nostre relazioni”. “Non è in gioco soltanto il problema dell’informazione, è in gioco la nostra visione del mondo, del tipo di mondo nel quale vogliamo vivere: una comunità globale in cui l’informazione è libera, con un comune bagaglio di conoscenza, oppure un pianeta in cui l’informazione è frazionata, diversa per ogni paese e basata sui capricci della censura”.  “Gli individui che promuovono gli attacchi degli hacker devono subire le conseguenze della condanna internazionale”. “In un mondo globalmente interconnesso, l’attacco al sito di un paese è un attacco portato a tutti gli altri”.Pechino risponde smorzando i toni, per bocca del viceministro degli esteri He Yafei: “L’incidente di Google non deve essere legato alle relazioni tra Cina ed Usa, altrimenti si rischia di sopravvalutarlo”. E aggiunge che “se Google o qualsiasi altra impresa straniera hanno dei problemi in Cina, questi devono essere risolti in accordo con la legge cinese, e il governo cinese vuole essere di aiuto nel risolvere i loro problemi”. Più dura la reazione del portavoce del Ministero degli esteri, Ma Zhaoxu, il quale, pur dichiarando che nonostante le divergenze Pechino non abbandona la prosecuzione del dialogo, ha affermato che le accuse degli Usa “sono infondate e danneggiano le relazioni tra i due paesi”.Fonte: news.bbc.co.uk