Obama-Dalai Lama, la Cina non cede “Fermamente contrari a qualsiasi incontro”

da Repubblica

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PECHINO – Nessun margine di tolleranza. Anzi, l’ennesimo monito agli Stati Uniti, e sempre lo stesso: le a rischio le relazioni fra Washington e Pechino. Il commento è fermo e chiaro: la Cina è “fermamente contraria” a qualsiasi incontro fra Barack Obama e il Dalai Lama. A pochi giorni dalla decisione dell’amministrazione americana di vendere una consistente partita di materiale bellico a Taiwan, con la conseguente reazione “indignata” della Repubblica popolare, un’altra mossa del capo della Casa Bianca mette a dura prova i rapporti con la Cina. L’annuncio di un incontro fra il presidente e il leader spirituale tibetano – previsto durante la visita che quest’ultimo compirà a Washington dalla metà di febbraio – ha suscitato la reazione di Pechino che attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu, fa sapere che Pechino “si oppone fermamente a che il leader degli Stati Uniti abbia contatti con il Dalai Lama, con qualsiasi pretesto e in qualsiasi forma”. Una controversia che dunque acuisce le tensioni, dopo quelle delle settimane scorse provocate fral’altro – prima ancora del caso Taiwan – dalla censura imposta dalle autorità cinesi sul motore di ricerca Google. E un deciso cambiamento di rotta nell’atteggiamento degli Usa, almeno rispetto allo scorso ottobre, quando cioè Obama aveva rinunciato a incontrare il Dalai Lama, all’epoca in visita negli Stati Uniti, per evitare conseguenze sulla missione diplomatica che avrebbe compiuto di lì a breve in Cina.

Prima ancora delle dichiarazioni del ministero degli Esteri, Pechino ieri aveva già fatto sapere che un eventuale incontro “minerebbe seriamente le fondamenta politiche delle relazioni sino-americane”. Ma è un monito al quale Washington non intende dare seguito, tant’è che uno dei portavoce della Casa Bianca, Bill Burton, aveva replicato spiegando che gli Usa considerano il Tibet parte della Cina ma sono preoccupati per il mancato rispetto dei diritti umani nella regione autonoma himalayana.

Ma Pechino insiste. Poche ore fa, il nuovo avvertimento. “Esortiamo gli Stati Uniti a comprendere in pieno l’alta sensibilità della questione tibetana e ad affrontare in modo prudente e appropriato ciò che ne consegue”.