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A New York, la sede centrale del gruppo Students for a Free Tibet ha lanciato, per l’occasione, la campagna “Sono un Tibetano”. Per tutto il tempo del Losar, definito “un momento di cambiamento, speranza e rinnovamento”, i tibetani sono chiamati ad esprimersi nella loro lingua, a vestire gli abiti tradizionali e ad osservare le loro usanze così da rafforzare il sentimento d’identità nazionale dell’intera comunità.Come accaduto un anno fa, le autorità cinesi hanno deciso di obbligare i tibetani in Tibet a celebrare la ricorrenza con i consueti fasti e le tradizionali cerimonie. Il 9 febbraio, l’emittente radio Voice of Tibet ha diffuso la notizia che nella Contea di Lithang il governo ha imposto ai tibetani di celebrare il Losar in nome “dello sviluppo economico e della stabilità sociale” e “per dare prova del successo della politica del governo centrale circa le minoranze etniche”. A questo fine, le autorità si sono dichiarate disposte a finanziare “le spese necessarie per i programmi di festeggiamento del Capodanno” promettendo ai tibetani non coinvolti nelle recenti manifestazioni di protesta per il rilascio del leader religioso Tenzin Delek Rinpoche un rimborso compreso tra i dieci e i tredicimila Yuan per rinnovare e abbellire le loro abitazioni.Tradizionalmente, l’inizio del nuovo anno è una delle principali festività del calendario tibetano. Per la ricorrenza, i cui festeggiamenti si protraggono per una quindicina di giorni, i tibetani si recano in visita a parenti e amici, tirano a lucido le loro case, cucinano cibi particolari e vanno in pellegrinaggio a templi e monasteri offrendo al Buddha incenso, lampade di burro e i tradizionali “khapsey”, leggeri biscotti ritenuti di buon auspicio. (Nella foto, un momento dei festeggiamenti per il Capodanno Tibetano in un’immagine del 1938).