Rimini, 12 Febbraio 2010 – Mirko Brocchi è un simpatico ragazzone che assomiglia vagamente a Tom Hanks.
Ha un negozio di fotografia e telefonia nei pressi della stazione di Rimini e, come molti commercianti della città, aveva aderito alla campagna “I Commercianti di Rimini sono vicini al Popolo del Tibet”, esponendo nei negozi lo slogan con una fotografia, ormai famosa, di alcune ragazze tibetane che tengono la loro bandiera.
Mentre la maggior parte dei suoi colleghi ha tolto il cartello dopo un po’ di tempo, Mirko, fedele e motivato sostenitore della causa, lo ha lasciato in bella vista proprio sulla cassa. Impossibile non vederlo. E, infatti, lo ha visto il giovane cinese, tra l’altro cattolico e figlio di un militare, che ha protestato vivamente chiedendo, immaginate un po’, l’immediata rimozione dello stesso. “Tibet is China! This no good. Tu togli subito”! “No dear friend, China is China, Tibet is Tibet…, io non tolgo un bel niente e bisogna che tu capisci che non puoi venire a dare ordini a casa mia”! “No, tu togli perché offesa a popolo cinese”…Insomma, per farla breve, il cinese ha concluso testuale: “Se tu non togli cartello nessun cinese verrà più in tuo negozio”!
Minaccia pesante visto che di cinesi che vanno da Mirko ce ne sono un bel po’.
Come vedete lo stile dei nostri amici è sempre quello. Mettono in seria discussione le relazioni “economiche e diplomatiche”. Naturalmente, per Mirko, che, come si dice, “ha gli attributi”, la minaccia, pur lesiva dei suoi interessi, è stata una ragione in più per non cedere di una virgola e il cartello campeggia al suo posto. Per il momento i cinesi sono spariti. Non è escluso che col tempo e un po’ alla volta ritornino a far spesa da lui…
Intanto però noi lo vogliamo ringraziare per la sua coerenza e coraggio così come vogliamo ringraziare i maestri della scuola di sci di Gressoney a cui è stato intimato, da una delegazioni di militari cinesi in visita ispettiva alla vigilia degli imminenti Giochi Militari Invernali, di togliere la bandiera tibetana dall’edificio della scuola.
E vogliamo a questo punto ringraziare il presidente Obama per tenere la schiena dritta di fronte all’intollerabile arroganza dei cinesi che, come dimostrato anche dai fatti apparentemente marginali di cui sopra, sembrano avere tutti la stessa forma mentale. Si inalberano e sbraitano insulti contro le “intollerabili interferenze negli affari interni della Cina” appena gli si fa notare qualche “piccolo peccatuccio” e non si pongono minimamente il problema del diritto, che non hanno, di dare veri e proprio ordini a casa altrui.
In appendice, un’altra news dalla Romagna. Un anno fa una ditta di Cattolica in crisi, la “Antonelli” è stata rilevata per il 60% da cinesi. Bene, la soluzione della crisi è arrivata subito. Da agosto le famiglie degli 80 dipendenti sono senza stipendio. E’ intervenuta la CGIL ma sembra che gli imprenditori cinesi non abbiano ben capito chi siano questi signori che “interferiscono negli affari interni” della ditta…