A rispondere al discorso pronunciato ieri dal leader spirituale tibetano a Dharamsala, in India, sede del governo tibetano in esilio, in occasione del 51° anniversario della rivolta popolare tibetana, è stato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Qin Gang. Secondo Qin, il fatto che il Dalai Lama, nel suo discorso, abbia espresso simpatia per gli uiguri dello Xinjiang rappresenta una dimostrazione del suo desiderio di “danneggiare l’unità nazionale” della Cina e della sua volontà separatista. Il leader tibetano (nella foto mentre parla alla folla il 10 marzo) aveva affermato ieri che la Cina vuole cancellare il buddismo dal Tibet attraverso la “campagna per la rieducazione patriottica” condotta in molti monasteri nel Tibet.
In Tibet non c’e’ nessun “problema serio”. Lo ha sostenuto il neopresidente della Regione Autonoma Tibetana Padma Choling. “Non c’è nessun problema serio in Tibet, nonostante quello che dice il Dalai Lama”, ha affermato Choling. “Lasciate che il Dalai Lama dica quello9 che vuole, noi andremo avanti con quello che stiamo facendo”.
Dello stesso tono anche il commento del sindaco di Lhasa, Doje Chezhug, che si è così espresso: “Il Dalai Lama sta usando lo Xinjiang e il Tibet allo scopo di dividere la Cina”.
Ieri, 51° anniversario della rivolta del 1959, non sono stati segnalati incidenti.
Fonti: Adnkronos/Dpa – Ansa – Phayul