TIBET: PROTESTE E ARRESTI. SALE LA TENSIONE – NEPAL: SCIOPERO DELLA FAME DEI TIBETANI IN CARCERE

Katmandu_2010Dharamsala, 17 marzo 2010 (AsiaNews-Phayul). Le autorità cinesi intervengono anche contro i ragazzi della scuola media, se osano protestare contro Pechino e per una maggiore libertà in Tibet. Per il secondo anniversario delle proteste anticinesi del 10-14 marzo 2008, scoppiate a Lhasa e represse dall’esercito sparando sulla folla con centinaia di morti, le autorità cinesi hanno disposto severe misure di controllo con grande spiegamento di forze dell’ordine, soprattutto nei pressi dei templi tibetani e luoghi turistici. L’anniversario ricorda anche il 10 marzo 1959 quando i tibetani insorsero contro la Cina per ottenere l’indipendenza e vennero massacrati dall’esercito cinese. Ma nella Scuola Media Tibetana a Machu (in cinese: Maqu) nel Gansu, dove i tibetani sono almeno la metà della popolazione, “il 14 marzo, intorno alle ore 11-12 circa, circa 30 studenti hanno protestato per le strade vicino al centro cittadino” in memoria dell’anniversario. “Alla protesta degli studenti –racconta una fonte locale all’agenzia Radio Free Asia- si sono uniti 5-600 tibetani”. “Loro hanno urlato contro la mancanza di libertà e chiesto l’indipendenza del Tibet”.
Dolkar Kyab, originario di Machu e ora rifugiato a Dharamsala (India), conferma che i dimostranti hanno protestato per oltre 30 minuti, inneggiando anche al Dalai Lama, poi è intervenuta la polizia in tenuta antisommossa che ha arrestato almeno 40 persone. Nei giorni successivi – prosegue la fonte – “circa 4-500 persone hanno protestato davanti al municipio e chiesto il rilascio dei detenuti”. Nella zona sono arrivati circa tremila soldati e poliziotti cinesi, aumentando la tensione.
Nella capitale Lhasa, fonti locali spiegano che le autorità hanno minacciato “di ritirare le licenze, a chi non teneva aperto il negozio il 14 marzo” e che “a Lhasa erano presenti migliaia di forze di sicurezza”. Ma i commercianti non hanno obbedito e hanno chiuso negozi, alberghi e ristoranti e osservato il silenzio.
Nella contea di Markham centinaia di tibetani il 10 marzo hanno protestato, chiedendo il risarcimento per i danni causati ad ambiente e persone dalle attività minerarie della zona. Protesta talmente decisa che le autorità hanno rinunciato ad arrestare i leader.Intanto, in Nepal, oltre venti tibetani, arrestati dalla polizia nepalese il 10 e il 14 marzo 2010 per aver preso parte a manifestazioni di protesta e detenuti in differenti carceri di Katmandu, stanno attuando uno sciopero della fame a tempo indeterminato. Il capo della polizia, Ganesh Chettri, ha fatto sapere di aver predisposto il loro immediato trasferimento in ospedale in caso di peggioramento del loro stato di salute.Sedici tibetani sono stati tratti in arresto il 10 marzo mentre cercavano di avvicinarsi all’ambasciata cinese. Altri undici, tra cui tre donne, sono stati arrestati il 14 marzo nell’area degli uffici consolari dell’ambasciata cinese nel corso di una manifestazione organizzata a ricordo del secondo anniversario dell’insurrezione di Lhasa del 2008 (nella foto, un tibetano al momento dell’arresto). In base a quanto previsto dalle norme di pubblica sicurezza nepalesi (“Nepal Security Act”), sono stati tutti condannati a scontare una pena di novanta giorni di detenzione, senza processo.

Fonti: AsiaNews – Phayul.com