17 giugno 2010. In tutto il mondo i tibetani e i loro sostenitori si sono attivati ieri, 16 giugno, per la liberazione di Tenzin Delek Rinpoche, il monaco famoso per le sue battaglie in campo umanitario, religioso e ambientale, condannato a morte nel 2002 e successivamente, nel 2003, al carcere a vita.
Quarantamila firme in calce a un documento di denuncia contro l’ingiusta detenzione di Tenzin Delek sono state raccolte e consegnate alle ambasciate e ai consolati cinesi. A Dharamsala, la Tibetan Women’s Association, il Movimento Gu Chu Sum e l’Associazione Students for a Free Tibet hanno raccolto e recapitato all’ambasciata cinese di Delhi oltre diecimila firme. Il contenuto della petizione ricalca quello sottoscritto dai compaesani di Tenzin Delek nel novembre 2009 e firmato con l’impronta del pollice (nella foto). Nel dicembre dello stesso anno, i famigliari del monaco cercarono di consegnare la petizione alle autorità di Pechino ma furono fermati a Chengdu. Anche l’Associazione Italia-Tibet ha partecipato alla campagna lanciando l’appello a firmare la petizione attraverso il proprio sito.
Il giorno 11 giugno 2010, Radio Free Asia ha diffuso la notizia che, lo scorso mese di aprile, due sorelle di Tenzin Delek sono state autorizzate a incontrarlo. Il monaco ha chiesto loro di continuare a battersi per la sua liberazione e ha fatto sapere di avere a sua volta scritto a ventisei diversi dipartimenti governativi cinesi. Il medico del carcere ha confermato che Rinpoche ha problemi di cuore e soffre di alta pressione.
Nato a Litang, nel Sichuan, nel 1950, Tenzin Delek è stato protagonista, nella sua provincia, di battaglie ambientaliste, sociali e religiose. Dal 1982 al 1987 visse in India, dove studiò sotto la supervisione del Dalai Lama. Dal suo maestro venne riconosciuto come “tulku”, ovvero lama reincarnato. Tornato in Cina nel 1987, Tenzin Delek fondò monasteri, ospedali, scuole e orfanotrofi ma i suoi rapporti con le autorità cinesi si guastarono nel 1993, quando si oppose ai tentativi di disboscamento attuati dal governo nelle aree tibetane. Arrestato nell’aprile 2002 con un altro monaco, Lobsang Dhondup, 28 anni, i due vennero accusati dell’attentato avvenuto agli inizi di quello stesso mese nella piazza principale di Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan. I due monaci furono entrambi condannati a morte il 2 dicembre 2002 ma il 26 gennaio 2003 la sentenza venne eseguita solo per Lobsang Dhondup; Tenzin Delek si vide sospendere la condanna per due anni. Nel gennaio 2005, a seguito delle fortissime pressioni internazionali, la condanna a morte è stata commutata nel carcere a vita.
Fonti: Phayul – Redazione