Dharamsala, 16 giugno 2010. Smentendo clamorosamente quanto in precedenza affermato, l’ambasciatore russo in India, Alexander Kadakin, ha dichiarato che al Dalai Lama non sarà concesso il visto d’ingresso nel paese. La notizia di una prossima visita del Dalai Lama in Russia nella veste di leader spirituale era stata annunciata il 4 giugno dallo stesso Kadakin che aveva argomentato la notizia con queste parole: “Ci sono molti buddisti nella regione e nelle montagne dell’Altai e in Russia desiderosi di incontrare il loro leader spirituale”.
Circa un mese fa avevano destato curiosità e stupore le dichiarazioni del Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov il quale aveva ventilato la possibilità della mediazione di Mosca nel processo di dialogo tra Dharamsala e Pechino. Dichiarazioni peraltro successivamente smentite dallo stesso Lavrov quando, al Parlamento russo, aveva definito il Dalai Lama “il simbolo dell’indipendenza del Tibet” e “fondate” le ragioni di Pechino nel non voler avere alcun contatto con il leader tibetano.
Incontrando a Nuova Delhi l’ambasciatore cinese, Kadakin ha definito “un errore dovuto all’errata trascrizione di una sua dichiarazione”, imputabile all’agenzia ANI, la notizia della prossima visita del Dalai Lama in Russia ed ha consegnato ai diplomatici cinesi il testo corretto delle sue parole. Ai giornalisti di Voice of Russia ha spiegato che “allo stato attuale Mosca non può concedere il visto al Dalai Lama perché il suo ruolo religioso ha una forte connotazione politica”. “La Russia ha importanti relazioni con la Cina” – ha aggiunto – “e non abbiamo alcuna intenzione di metterle a rischio”. “Per il momento, il visto al Dalai Lama è fuori questione”.
L’ultima visita del Dalai Lama in Russia risale al 2004, quando si recò nella Repubblica di Kalmucchia per l’inaugurazione di un tempio buddista. Dal 2007 il visto d’ingresso gli è stato sempre negato.
Fonte: Phayul