4 agosto 2010. Alcune centinaia di tibetani residenti nel villaggio di Xinzhai, a quattro chilometri dalla città di Gyegu, stazionano da qualche giorno di fronte agli uffici pubblici per protestare contro il progetto governativo di confisca delle loro terre. Una tibetana abitante a Gyegu, rispondente al nome di Sonam, ha riferito che almeno duecento o trecento tibetani di Xinzhai sono riuniti da alcuni giorni di fronte al palazzo del governo e intendono consegnare alle autorità una petizione contro il piano di riconfigurazione del loro villaggio, abitato in prevalenza da nomadi e pastori.
Gli abitanti del villaggio sostengono che le loro terre, valutate al prezzo di 900.000 yuan (133.000 dollari USA) per “mu” (circa 0.16 acri) prima del devastante terremoto di aprile, sono ora acquistate dal governo a un prezzo di compensazione di soli 90.000 yuan (13.000 dollari USA) per “mu”.
“Siamo tutti contadini” – ha dichiarato Sonam – “Parliamo quindi di vasti appezzamenti di terreno”. “Il governo ce li vuole portare via”. “Tutti i piccoli proprietari, almeno la metà degli abitanti del villaggio, sono andati a protestare davanti agli uffici del governo e si allontanano soltanto durante le festività religiose”.
Nel mese di giugno, i funzionari governativi di Yushu hanno confermato l’attuazione del progetto di trasferimento di parte degli abitanti della città di Gyegu dove, Il 14 aprile 2010, un terremoto di magnitudine 7.1 ha ucciso, secondo le stime cinesi, 2.698 persone. I dispersi sono 270.
Fonte: Dossier Tibet