RIUNITA A BYLAKUPPE LA 1° ASSEMBLEA GENERALE TIBETANA

tibetan_general_meetingBylakuppe, 1 settembre 2010. Trecento tibetani provenienti da tutto il mondo hanno partecipato alla riunione della prima Assemblea Generale Tibetana (nella foto) indetta a Bylakuppe, il maggiore insediamento di profughi in India nello stato del Karnataka, dal 26 al 30 agosto. L’agenda del meeting, organizzato dal Parlamento Tibetano in esilio, prevedeva la discussione di un’ampia gamma di argomenti tra i quali la riforma della linea politica del Governo Tibetano, la salvaguardia della democrazia, la promozione dell’istruzione e della cultura, soprattutto tra le nuove generazioni, il sostentamento economico degli insediamenti e lo status dei tibetani residenti all’estero.

I duecentocinquanta tibetani residenti in Italia erano rappresentati da Yakar Gelek che ha ricordato le difficoltà che i suoi connazionali incontrano, soprattutto in Europa, nell’ottenimento della “carta verde” e dei documenti di viaggio.

Al termine dei lavori, il Presidente del Parlamento Tibetano, Pempa Tsering, ha dichiarato che per quanto concerne la linea politica i delegati si sono espressi a larga maggioranza a favore della Via di Mezzo formulata dal Dalai Lama. L’assemblea, all’unanimità, ha espresso la sua totale fiducia nel leader tibetano al quale ha chiesto di non abbandonare la carica ma di continuare a svolgere il ruolo di guida spirituale e temporale.

Nel suo intervento alla cerimonia di chiusura, il 31 agosto, presso il Monastero di Sera, il Dalai Lama ha definito “inevitabile”, a tempo dovuto, il suo ritiro dalla scena politica. “Verrà il momento in cui lascerò ogni responsabilità di governo” – ha dichiarato –, “nella nostra democrazia, la mia presenza non è indispensabile”. Tenzin Gyatso ha lasciato intendere che il trasferimento dei poteri e delle responsabilità di governo al Primo Ministro è già in atto. Ha infatti ricordato che, pur discutendo ogni importante decisione con il Kalon Tripa, quest’ultimo ha più volte preso da solo le decisioni finali. Ha inoltre suggerito che i documenti più importanti del Governo Tibetano siano d’ora in avanti firmati dal Primo Ministro.

“Ormai ho 76 anni” – ha detto il Dalai Lama – “e nella gestione delle responsabilità di governo occorre agire come se io non fossi più presente”. “Continuerò a lavorare per il Tibet fino alla morte ma con impegni diversi, dove potrò dare il meglio e operare in modo più efficiente”.