LE PAROLE DI LIU XIAOBO: UN GIORNO IL MIO PAESE SARÀ LIBERO

11 dicembre 2010. Il quotidiano la Repubblica ha pubblicato uno stralcio del discorso letto ieri dall’attrice Liv Ullmann alla cerimonia di consegna del Nobel per la Pace. È stato scritto da Liu Xiaobo nel dicembre 2009, due giorni prima di essere condannato dal regime di Pechino a 11 anni di carcere.

Nel corso dei miei oltre cinquant’anni di vita. Il giugno del 1989 ha rappresentato uno spartiacque. Fino a quel momento ero un esponente della prima generazione di studenti entrati all’università dopo la reintroduzione degli esami d’ingresso che la Rivoluzione Culturale aveva abolito. Dopo aver completato gli studi rimasi all’Università Normale di Pechino per insegnare. Gli studenti mi accolsero bene. E nel frattempo facevo l’intellettuale pubblico, scrivevo articoli e libri che suscitarono un certo clamore negli anni 80. Dopo il 4 giugno del 1989 fui gettato in prigione con l’accusa di “propaganda controrivoluzionaria e istigazione” perché ero tornato agli Stati Uniti per prendere parte al movimento di protesta.

Sono passati vent’anni, ma i fantasmi del 4 giugno non sono ancora svaniti. E ancora adesso mi ritrovo sul banco degli imputati a causa della mentalità da nemico che ha il regime. Ma voglio ribadire a questo regime che mi sta privando della libertà che io rimango fedele ai principi espressi nella “Dichiarazione per lo sciopero della fame del 2 giugno”, vent’anni fa: io non ho alcun nemico e non provo nessun odio.

L’odio può corrompere l’intelligenza e la coscienza di un individuo. La mentalità del nemico può avvelenare lo spirito di una nazione, istigare contese feroci e mortali, distruggere la tolleranza e l’umanità di una società e ostacolare il progresso di una nazione verso la libertà e la democrazia. Per questo spero di riuscire a guardare allo sviluppo della nostra nazione e al cambiamento sociale trascendendo le mie esperienze personali, per contrapporre all’ostilità del regime la massima benevolenza e per dissolvere l’odio con l’amore.

Proprio per queste mie convinzioni e per la mia esperienza personale sono fermamente convinto che il progresso politico della Cina non si arresterà e guardo pieno di ottimismo all’avvento di una futura Cina libera. Perché nessuna forza può sconfiggere la ricerca di libertà dell’uomo, e la Cina alla fine diventerà una nazione governata dal diritto, dove i diritti umani sono messi al primo posto.

Se mi è consentito, vorrei dire che l’esperienza più fortunata di questi ultimi vent’anni è stato l’amore disinteressato che ho ricevuto da mia moglie Liu Xia. Lei non ha potuto essere presente qui in aula oggi, ma voglio comunque dirti, mia cara, che sono fermamente convinto che continuerai ad amarmi come sempre. In tutti questi anni in cui sono stato privato della libertà, il nostro amore è stato pieno di amarezze imposte dalle circostanze esterne, ma quando ne assaporo il retrogusto rimane un amore sconfinato. Sto scontando la mia condanna in una prigione tangibile, mentre tu mi aspetti nella prigione intangibile del cuore. Il tuo amore è la luce del sole che scavalca le mura del carcere e penetra tra le sbarre della finestra della mia cella, carezzando ogni centimetro della mia pelle, scaldando ogni cellula del mio corpo, permettendo al mio cuore di rimanere sempre in pace, aperto e radioso, e riempiendo si senso ogni minuto che trascorro in carcere. Il mio amore per te, per altro verso, è talmente pieno di rimorsi e rimpianti che a volte vacillo sotto il suo peso. Sono una pietra inanimata in mezzo alla natura, sferzata da venti violenti e piogge torrenziali, tanto fredda che nessuno osa toccarmi. Ma il mio amore è solido e acuminato, capace di perforare ogni barriera. Anche se fossi ridotto in polvere, userei le mie ceneri per abbracciarti.

Mia cara, con il tuo amore posso affrontare con calma il mio imminente processo, senza avere rimpianti per le scelte che ho fatto e aspettare con ottimismo il domani. Attendo con ansia il giorno in cui il mio Paese sarà una terra con libertà d’espressione, dove le opinioni di tutti i cittadini saranno trattate allo stesso modo; dove valori, idee, credenze e opinioni politiche diverse potranno confrontarsi tra loro e coesistere pacificamente; dove saranno garantite allo stesso modo le opinioni della maggioranza e quelle della minoranza, e dove in particolare saranno pienamente rispettate e protette le opinioni politiche che differiscono da quelle temporaneamente al potere; dove tutte le opinioni politiche potranno essere espresse alla luce del sole perché i cittadini possano scegliere quale li convince di più, dove ogni cittadino potrà affermare le sue opinioni politiche senza timore, e dove nessuno, in nessuna circostanza, potrà essere perseguitato per aver espresso opinioni politiche divergenti. Spero di essere l’ultima vittima delle interminabili inquisizioni letterarie cinesi, e che da questo momento in poi nessuno venga più incriminato per le sue opinioni.

La libertà di espressione è il fondamento dei diritti umani, la fonte dell’umanità e la madre della verità. Strangolare la verità di espressione significa calpestare i diritti umani, soffocare l’umanità e sopprimere la verità.

Per poter esercitare il diritto alla libertà di parola accordato dalla Costituzione bisogna adempiere al proprio dovere sociale di cittadino cinese. Non c’è nulla di criminale in tutto quello che ho fatto. Ma se mi si accusa per questo, non ho rimostranze da fare.

La Repubblica – 11 dicembre 2010

(Traduzione di Fabio Galimberti)