Washington, 18 gennaio 2011 (AsiaNews/Agenzie). Hu Jintao comincia oggi la sua visita di quattro giorni negli Stati Uniti. È la sua prima visita nella presidenza Obama e forse la sua ultima come presidente cinese, dato che il suo mandato scadrà nel 2013. A differenza di quanto avvenuto nel 2006, con la sua visita al tempo di George W.Bush, questa volta Barack Obama offrirà per il suo ospite un banchetto di Stato alla Casa Bianca. Secondo alcuni pettegolezzi sulla stampa cinese e americana, Hu si era risentito per aver partecipato solo a un “pranzo di lavoro” con l’amministrazione Bush.
Anche Hu ha preparato un “banchetto” per gli americani. Ieri un gruppo di 120 imprenditori cinesi è giunto a Houston (Texas), insieme a Wang Chao, viceministro del commercio, per firmare accordi commerciali per 600 miliardi di dollari. Incontri simili sono previsti in questi giorni a Washington, Boston, Chicago, Minneapolis, Raleigh (N. Carolina), Frankfort (Kentucky).
Le grandi offerte commerciali cinesi tendono a rabbonire gli Stati Uniti che in questi giorni hanno domandato ancora con forza a Pechino di apprezzare il valore dello yuan, tenuto molto al di sotto del suo valore reale per facilitare le esportazioni cinesi. In un’intervista a quotidiani americani, Hu ha motivato il suo no al ritocco dello yuan e ha definito il sistema commerciale internazionale basato su dollaro come “un prodotto del passato”.
Altri temi su cui vi è tensione sono la questione coreana, in cui Pechino fa da “patron” verso Pyongyang; il programma nucleare iraniano, con Pechino che frena per l’acuirsi delle sanzioni; le scelte da fare per i cambiamenti climatici, in cui la Cina si rifiuta di firmare accordi vincolanti.
In occasione del banchetto di Stato, previsto per domani sera, molti gruppi di attivisti preparano manifestazioni fuori della Casa Bianca. Un gruppo cristiano chiede la libertà per Liu Xiaobo, il premio Nobel per la pace, condannato dalla Cina come criminale per i suoi scritti sulla democrazia. Essi accoglieranno Hu Jintao con una sedia vuota, a ricordo dell’assenza dello scrittore all’accoglienza del premio a Oslo. Gruppi di tibetani faranno invece una danza con degli scheletri. Essi accusano Hu di avere “scheletri negli armadi”, fra cui la morte di migliaia di tibetani sotto la legge marziale voluta da Hu Jintao nell’89, quando era segretario del partito in Tibet.
Chai Ling, una delle leader del movimento di Tiananmen, di recente convertitasi al cristianesimo, terrà una conferenza stampa a favore dell’organizzazione “All Girls allowed (sono permesse tutte le bambine)”, contro la legge del figlio unico e la piaga dell’aborto selettivo verso feti femminili in Cina.
Nel 2006, durante la conferenza stampa finale di Bush e Hu, una donna si è alzata e ha gridato “Assassino!” al presidente cinese, accusandolo di permettere l’uccisione di migliaia di membri del movimento spirituale Falun Gong.
Numerose le manifestazioni organizzate dalle sezioni americane dei gruppi di sostegno al Tibet e da molte organizzazioni che si battono per i diritti umani. Assieme a Students for a Free Tibet, al Tibetan Youth Congress e a International Campaign for Tibet, marceranno verso la Casa Bianca, tra gli altri, rappresentanze di Uiguri, Taiwanesi, di Reporter Sans Frontières e di aderenti ad Amnesty International. Nei giorni 19 e 20 gennaio sono previsti sit in, fiaccolate e, di fronte alla Casa Bianca, lo spettacolo culturale tibetano Sounds of Tibetan Resistance.
Fonti: AsiaNews/International Tibet Network