Dharamsala, 2 maggio 2011. Le autorità cinesi della Contea di Ngaba hanno arrestato altri cinque monaci del monastero di Kirti dove, dal 12 aprile, un team di funzionari governativi sta sottoponendo i religiosi a sessioni di ri-educazione patriottica.
Gli ultimi quattro arresti sono stati effettuati il 28 aprile. Un quinto monaco, Tsering Damdul, era stato arrestato qualche giorno prima sotto l’accusa di aver fatto parte del gruppo di religiosi che lo scorso 16 marzo aveva cercato di portare all’interno del monastero, sottraendolo agli agenti di polizia, il corpo di Phuntsok, il monaco che si era dato fuoco in segno di protesta. Non si conosce il luogo della loro detenzione né quello in cui sono stati trasferiti i trecento monaci prelevati dal monastero la notte tra il 21e il 22 aprile.
Si è appreso che, il 29 aprile, i genitori e i parenti di alcuni dei monaci arrestati – specificatamente di quelli originari del villaggio di Khangsarma, nella Contea di Chikdril – hanno tentato di raggiungere Ngaba per chiedere alle autorità locali la liberazione dei loro congiunti arbitrariamente arrestati. Mentre viaggiavano alla volta di Ngaba distribuiti su una ventina di auto, sono stati fermati dalle forze di sicurezza, accorse su dieci grossi veicoli militari, a cinque chilometri dalla sede dell’ufficio governativo di Ngaba e consegnati all’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Chikdril (nella foto, un checkpoint a Ngaba – 19 aprile 2011).
Prosegue intanto a New Delhi lo sciopero della fame a tempo indeterminato di tre membri dell’esecutivo del Tibetan Youth Congress – Dhondup Lhadar (Vice Presidente), Tenzin Norsang (Segretario Aggiunto) and Konchok Yangphel (Addetto alla Tesoreria) – iniziato il 25 aprile in segno di solidarietà con i monaci di Kirti. Il TYC ha scritto all’Ambasciatore cinese a Delhi, al Primo Ministro indiano e alle più importanti ambasciate straniere della capitale chiedendo che la Cina ritiri le sue milizie da Kirti. Ha inoltre inviato un memorandum al Segretario Generale delle Nazioni Unite attraverso il Centro di Informazione ONU a New Delhi.
Il 30 aprile, i digiunatori hanno ricevuto la visita del capo religioso dei monasteri di Kirti in Tibet e nell’esilio indiano, Kirti Rinpoche Kyabgoen, che li ha ringraziati per il generoso gesto a sostegno dei fratelli tibetani. La mancanza di cibo e la calura iniziano a segnare il fisico dei tre giovani che mediamente hanno già perso circa sei chili di peso.
L’Associazione Italia-Tibet ha inviato al Presidente del Tibetan Youth Congress un proprio messaggio di solidarietà e ha scritto una lettera al Ministro degli Esteri italiano, onorevole Franco Frattini, informandolo di quanto sta accadendo e sollecitando una nota di protesta presso le autorità cinesi.
Fonti: Tibet Post International – Phayul