DHARAMSALA: SI CONCLUDE LA SECONDA ASSEMBLEA GENERALE TIBETANA. IL DALAI LAMA NON ACCETTA IL RUOLO DI “CAPO CERIMONIALE”

Seconda_AssembleaDharamsala, 25 maggio 2011. Si sono conclusi ieri i lavori della seconda Assemblea Generale Tibetana convocata dal Parlamento in Esilio per presentare e discutere i necessari emendamenti da apportare alla costituzione tibetana dopo l’annuncio del Dalai Lama – lo scorso 10 marzo – di voler rinunciare al suo ruolo di guida politica. L’incontro, iniziato il 21 maggio e in un primo tempo destinato a chiudersi il 23, è stato prolungato di un giorno per consentire a tutti i partecipanti di esprimere il proprio punto di vista su ogni singolo emendamento.

I 418 delegati provenienti da vari paesi, divisi in dieci gruppi di lavoro, sono stati chiamati a discutere la bozza presentata dal Comitato per gli Emendamenti alla Carta Costituzionale presieduto dal Primo Ministro uscente, prof. Samdhong Rinpoche. Nel suo discorso inaugurale, Samdhong Rinpoche ha tra l’altro affermato la necessità che i cambiamenti alla carta costituzionale assicurino la continuità dei legami storici e karmici tra il Dalai Lama e il popolo tibetano e salvaguardino la legittimità a governare dell’Amministrazione Centrale Tibetana ai cui rappresentanti eletti saranno devoluti i poteri. Ha inoltre sottolineato l’importanza che l’Amministrazione Centrale Tibetana sia riconosciuta a livello internazionale e possa stabilire e mantenere contatti con i governi di tutto il mondo.

Sono stati emendati 39 articoli, compreso l’articolo 19 relativo ai poteri esecutivi del Dalai Lama. È stato inoltre introdotto nella bozza della nuova costituzione un nuovo preambolo assieme all’articolo 1 che fa riferimento al Dalai Lama come “protettore e simbolo della nazione”. L’Assemblea aveva inoltre deliberato all’unanimità di chiedere al Dalai Lama di accettare il ruolo di “capo di stato cerimoniale” o, nel caso non avesse accettato, di approvare l’articolo 1 e il relativo preambolo che attribuiscono al Dalai Lama il ruolo puramente simbolico e spirituale di guida del popolo tibetano. Si è trattato di un estremo tentativo di proporre al Dalai Lama di accettare un ruolo simbolico di guida del Governo Tibetano in esilio, nonostante il leader tibetano abbia ormai ripetutamente dichiarato di non voler esercitare alcun ruolo politico.

Il leader spirituale tibetano, al quale è stato oggi inoltrato l’appello, ha fatto sapere di non poter accettare il ruolo di “capo di stato cerimoniale” riservandosi tuttavia un attento esame dell’intero rapporto espresso dall’Assemblea Generale.

Domani, 26 maggio, i membri dell’Esecutivo tibetano si riuniranno in sessione speciale per ridiscutere la devoluzione dei poteri del Dalai Lama, attualmente sanciti nell’articolo 19 della Costituzione, ai rappresentanti eletti.

Fonti: Phayul – Tibet Net – Tibet Post

 

Pubblichiamo quanto attualmente previsto dall’Articolo 19 della Carta Costituzionale tibetana

 

Executive Power – Article 19.

The executive power of the Tibetan Administration shall be vested in His Holiness the Dalai Lama, and shall be exercised by Him, either directly or through officers subordinate to Him, in accordance with the provisions of this Charter. In particular, His Holiness the Dalai Lama shall be empowered to execute the following executive powers as the chief executive of the Tibetan government:

(a) approve and promulgate bills and regulations prescribed by the Tibetan Assembly;

(b) promulgate acts and ordinances that have the force of law;

(c) confer honors and appointments;

(d) summon, adjourn, postpone and prolong the Tibetan Assembly;

(e) send messages and addresses to the Tibetan Assembly whenever necessary;

(f) dissolve or suspend the Tibetan Assembly;

(g) dissolve the Kashag or remove a Kalon or Kalons;

(h) summon emergency and special meetings of major significance; and

(j) authorize referendums in cases involving major issues in accordance with this Charter.

Il testo dell’Articolo 1 stilato dal Comitato per gli Emendamenti

ARTICLE 1:  PROTECTOR AND SYMBOL OF THE NATION 

His Holiness the Fourteenth Dalai Lama, human manifestation of Avaloketeshvara, is the guardian and protector of the Tibetan nation. He is the guide illuminating the path, the supreme leader, the symbol of the Tibetan identity and unity, and the voice of the whole Tibetan people. His authority is derived from centuries old history and heritage and, above all, from the will of the people in whom sovereignty is vested and therefore comprises the following inherent rights and responsibilities:

1. To provide advice and encouragement with respect to the protection and promotion of the physical, spiritual, ethical and cultural wellbeing of the Tibetan people, to remain engaged in the efforts to reach a satisfactory solution to the question of Tibet and to accomplish the cherished goals of the Tibetan people;

2. To provide guidance in various forms to the Assembly of Tibetan People’s Deputies and Kashag in matters of importance to the Tibetan people, including the community and its institutions in exile, at His Holiness’ own initiative or at the request of those bodies;

3. To meet with world leaders and other important individuals and bodies to speak on behalf of the Tibetan people, to explain and discuss their concerns and needs as well as to appoint representatives and envoys to serve the interests of the Tibetan people in any part of the world.