Dharamsala, 26 ottobre 2011. Nel corso di un programma televisivo andato in onda domenica 23 ottobre sul canale televisivo CNN IBN, il nuovo Primo Ministro tibetano Lobsang Sangay ha affermato che lo spirito dei tibetani è più forte di quello degli oppressori cinesi e che la lotta del popolo tibetano prevarrà sulle politiche repressive cinesi.
Rispondendo alle pressanti domande del giornalista indiano Karan Thapar che gli chiedeva se la causa tibetana non fosse da considerare ormai una causa persa di fronte alla riluttanza della comunità internazionale a inimicarsi la Cina, Lobsang Sangay ha risposto che fino a quando lo spirito dei tibetani sopravvivrà e sarà forte la causa non sarà mai perduta. Ha affermato che, rispetto alle altre nazioni del mondo, i tibetani sono “geneticamente” più preparati a confrontarsi con la Cina. “Abbiamo assistito alle alterne vicende di questo paese, abbiamo combattuto contro i cinesi, li abbiamo invasi, abbiamo a nostra volta subito l’invasione, per 2000 anni ci siamo confrontati con loro”, ha spiegato il Kalon Tripa. All’intervistatore che gli ricordava il recente rifiuto del governo sud africano alla concessione del visto al Dalai Lama e l’imbarazzo dello stesso presidente Obama, costretto a ricevere il leader tibetano nella Sala delle Mappe anziché nella Sala Ovale per non irritare la Cina, Sangay ha risposto che questa è la lotta, una lotta difficile ma sostenuta dalla volontà dei tibetani, che sapranno sopravvivere per tutto il tempo necessario alla politica repressiva cinese, e confortata dalla religione buddhista che i tibetani praticano da millenni.
Dopo aver ribadito che è intenzione dei tibetani continuare il processo di dialogo con la Cina, a dispetto dell’attuale chiusura della dirigenza di Pechino e delle frasi minacciose pronunciate dal prossimo leader designato, Xi Jinping, Sangay ha detto: “La Cina afferma di essere uno stato di diritto, di desiderare una società armoniosa e la pace nel mondo: se questi sono i principi che proclama e sui quali si fonda, ebbene, agisca di conseguenza”.
Interrogato sulla questione della reincarnazione del Dalai Lama, il Kalon Tripa ha affermato che la Cina non possiede “il diritto, la legittimazione e l’autorità” per interferire sull’argomento. “I cinesi hanno definito Sua Santità il Dalai Lama un demonio, non credono nella reincarnazione, considerano la religione un veleno, hanno un governo comunista: dovrebbero comportarsi in conformità alla loro ideologia, non hanno voce in materia di reincarnazione”.
L’intera intervista, in lingua inglese, al sito:
http://ibnlive.in.com/videos/195743/our-spirit-stronger-than-chinese-soldiers-tibet-pm.html
Fonte: Phayul