Ravenna, 7 – 11 luglio 2012
All’interno della sezione “Nobilissima Visione” – dedicata al millenario della fondazione del Sacro Eremo di Camaldoli ad opera di Romualdo da Ravenna – che ha preso l’avvio il 9 giugno a Ravenna con una giornata dedicata alla scoperta del monachesimo e della visione religiosa dell’esistenza, la XXIII edizione del Ravenna Festival dedica al Tibet la rassegna:
“SETTE GIORNI IN TIBET”
5 – 11 luglio 2012
Di prossima pubblicazione il programma dettagliato di tutti gli eventi.
Dal sito del Ravenna Festival (http://www.ravennafestival.org/) :
Questa vera e propria ‘settimana tibetana’ vedrà i religiosi impegnati a partire dal solenne concerto iniziale (5 luglio), nei Giardini di San Vitale, un rito-concerto nel corso del quale agli antichi canti ed ai mantra dei monaci si unirà la voce di Ani Choying Drolma, suora buddhista tibetana (ma proveniente dal Nepal), che ha già incantato decine di migliaia di persone nel mondo grazie ai suoi concerti e ai suoi video su You Tube. Nella giornata successiva poi avrà inizio il grande rito del mandala, presso la Biblioteca Classense, che si concluderà l’11 luglio, con una suggestiva cerimonia (e le sabbie variopinte di questa mistica raffigurazione di significato propiziatorio verranno poi disperse nelle acque del mare). Ancora i monaci saranno protagonisti di una rappresentazione di danze sacre che permetterà al pubblico del festival di partecipare, nella cornice del Teatro Alighieri, a un evento molto particolare, a cui è normalmente molto difficile poter assistere.
La magia e il misticismo dei riti buddhisti tibetani, con il caratteristico canto difonico e gli ipnotici drones potrà poi ispirare i concerti di alcuni musicisti che sono stati invitati, come Stephan Micus (lo straordinario vocalist e polistrumentista che ha contribuito a rendere leggendaria l’etichetta ECM), Markus Stockhausen che ricreerà il visionario paesaggio sonoro di un tibet elettronico, e la cantante dhrupad Amelia Cuni, e si potrà anche assistere ad un inedito confronto tra il canto rituale dei monaci tibetani con quello che è stato il canto per eccellenza della cristianità, ovvero il gregoriano, il tutto immerso nel sapiente live electronics di Luigi Ceccarelli.