A CHENTSA I FUNERALI DI TAMDING THAR. NGABA: CARCERE PER TRE TIBETANI. IL TIBET RIAPRE AL TURISMO

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Dharamsala, 19 giugno 2012. Il 16 giugno si è svolta a Chentsa la cerimonia di cremazione di Tamding Thar, auto immolatosi il 15 giugno di fronte ai locali uffici della Polizia Armata del Popolo. Nonostante la massiccia presenza delle forze dell’ordine, migliaia di tibetani hanno reso omaggio al compatriota lanciando verso la sua pira le tradizionali sciarpe bianche (nella foto) e accendendo lumi votivi. Tamding, di età compresa tra i 50 e i 60 anni, apparteneva a una famiglia nomade di Lowa ed era stato costretto a lasciare la sua zona d’origine in obbedienza alla politica di trasferimento forzato della popolazione voluta dal governo cinese.

Tamding_Thar2Rinchen, un tibetano proveniente dalla stessa regione e ora residente a Dharamsala, ha fatto sapere che Tamding Thar non solo si è cosparso di benzina ma l’ha anche bevuta e ha avvolto il suo corpo nel filo spinato per impedire alla polizia di avvicinarsi e spegnere le fiamme. Il suo corpo carbonizzato (nella foto) è stato in un primo tempo preso in custodia dalla polizia e poi restituito alla folla dei tibetani subito accorsi sul luogo dell’immolazione. La situazione a Chentsa è molto tesa e ai tibetani è stato vietato ricevere ed effettuare telefonate.

Un tribunale cinese ha condannato al carcere due tibetani di Andu, una cittadina della regione di Ngaba, per aver rifiutato di accettare le abitazioni che il governo cinese consegna ai tibetani dietro pagamento di una somma di danaro. Il 2 giugno, la Corte del Popolo di Ngaba ha inflitto tre anni di carcere al quarantenne Pulten e due anni al trentasettenne Gyurko rei di non aver accettato le chiavi delle case loro offerte. Secondo i tibetani, il valore delle modeste abitazioni è di gran lunga inferiore alla somma che il governo cinese chiede loro di pagare.

“Pulten e Gyurko hanno apertamente accusato il governo cinese di voler lucrare sul costo delle abitazioni”, ha riferito un tibetano della regione. “Per questo motivo sono stati condannati”. Altri tibetani che per lo stesso motivo avevano rifiutato le nuove unità abitative sono stati circondati e picchiati.

Lobsang Phuntsog, un monaco di ventinove anni del monastero di Kirti è stato condannato dal tribunale della prefettura di Barkham a scontare otto anni di carcere ed è stato privato dei diritti politici per quattro anni. Non sono noti i capi di imputazione né il luogo della detenzione.

Si è appreso che la Cina avrebbe deciso di riaprire il Tibet a pellegrini e turisti. Secondo quanto agenti di viaggio in Cina e Nepal hanno riferito all’ANSA, il governo di Pechino avrebbe deciso che dal prossimo 25 giugno (o il 20, secondo altre fonti) gli stranieri possano rientrare sia per pellegrinaggio che per turismo in Tibet. La decisione di chiudere il Tibet era stata presa lo scorso 6 giugno. L’ingresso resterà però vietato a norvegesi, coreani, austriaci e inglesi.

Fonte: Phayul – ANSA