NEW DELHI: SCIOPERO DELLA FAME AD OLTRANZA DI TRE ATTIVISTI DEL TYC

Hunger_strike_DelhiDharamsala, 13 settembre 2012. Da undici giorni tre attivisti appartenenti al movimento Tibetan Youth Congress stanno attuando, a New Delhi, uno sciopero della fame ad oltranza “in solidarietà con quanti si sono auto immolati all’interno del Tibet e per un immediato intervento della comunità internazionale”. Sono Dhondup Lhadar (vicepresidente), Penpa Tsering (segretario organizzativo) e Jigme Sholpa (addetto culturale).

Nella giornata di ieri, 12 settembre, un gran numero di studenti tibetani si sono diretti, eseguendo prostrazioni e cantando preghiere, verso gli uffici della rappresentanza ONU della capitale indiana per consegnare ai funzionari competenti un memorandum indirizzato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon e all’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, signora Navi Pillay. Nel documento, il TYC chiede che le Nazioni Unite si adoperino immediatamente affinché le autorità cinesi pongano fino allo stato di legge marziale di fatto imposta in tutto il Tibet.

Delhi_12_settembreDi fronte all’ingresso degli uffici ONU, il presidente del TYC, Tsewang Rigzin, ha ricordato le promesse non mantenute dalle Nazioni Unite, a sei mesi dalla fine dello sciopero della fame ad oltranza attuato da tre tibetani a New York nelle vicinanze del Palazzo di Vetro. Il 22 marzo, a un mese esatto dall’inizio del digiuno, la signora Navi Pillay, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani si era recata al presidio dove Shingza Rinpoche e Yeshi Tenzin continuavano, ormai stremati, la loro protesta (Dorjee Gyalpo era stato ricoverato all’ospedale il 19 marzo e da lì continuava la sua protesta) e aveva comunicato loro l’impegno della Commissione Diritti Umani dell’ONU alla nomina di osservatori speciali incaricati di verificare quanto sta accadendo in Tibet. “Nessuna delegazione ONU si è finora recata in Tibet e nel paese la situazione peggiora di giorno in giorno”. “Per questo motivo” – ha proseguito – “il TYC si vede costretto a riprendere lo sciopero della fame e a chiedere nuovamente alle Nazioni Unite, e continueremo a farlo, un intervento concreto”.

Dopo un primo diniego, una delegazione del TYC è stata ricevuta da un funzionario governativo che ha promesso di far pervenire il memorandum a Ban Ki Moon.

Pechino, 12 settembre (AsiaNews/Agenzie) – L’assenza dalla scena politica di Xi Jinping, vice presidente cinese e successore designato di Hu Jintao, continua a scuotere la popolazione e l’opinione pubblica internazionale. Il politico è sparito sin dallo scorso 1mo settembre e ha annullato diversi incontri di alto livello, fra i quali quello con il Segretario di Stato americano Hillary Clinton. Ora alcune voci dicono che sarebbe in ospedale per un problema alla schiena che si è provocato “mentre nuotava”. Tuttavia l’omertà dei media nazionali e dei funzionari comunisti non accenna a diminuire.

Durante il regolare incontro con la stampa mondiale, ad esempio, il portavoce del ministero degli Esteri Hong Lei non ha risposto a una domanda sulla situazione di Xi. A un giornalista che gli chiedeva se questi “fosse ancora vivo”, ha risposto: “Spero che lei abbia una domanda seria”. Ma non ha dato altri particolari sull’assenza, improvvisa e imprevista, del presunto prossimo presidente cinese.

Oggi due fonti “vicine alla leadership” comunista sostengono entrambe – in condizioni di anonimato – che Xi si sarebbe fatto male mentre nuotava: “Ha un problema alla schiena, ma niente di serio”. Nel frattempo, però, le autorità hanno bloccato ogni ricerca su internet collegata al suo nome. Su Sina Weibo, il grande sito di microblogging usato da centinaia di milioni di cinesi, la censura è stata aggirata riferendosi a Xi come al “principe ereditario”. Gli utenti hanno pubblicato centinaia di post riferiti a lui, ma anche qui non si trova nulla se non speculazioni.

La segretezza e la mania del riserbo accompagnano il governo comunista sin dalla sua nascita. I leader cinesi vivono in un quartiere blindato di Pechino, Zhongnanhai, e non escono quasi mai. Ogni incontro, discorso o appuntamento passa attraverso la censura prima dei vari Dipartimenti governativi e poi della stampa, tutta in mano al regime.

Xi Jinping è apparso in pubblico l’ultima volta il 1mo settembre  alla Scuola centrale del Partito, dove ha tenuto un discorso. Da allora ha annullato 4 incontri internazionali senza alcun motivo ufficiale. Secondo alcuni analisti, questa assenza “nascosta” potrebbe essere spiegata dall’avvicinarsi del 18esimo Congresso del Partito comunista che dovrà sancire la nascita della “Quinta Generazione” dei leader cinesi.

La successione e il rimescolamento delle cariche al Comitato centrale del Politburo – vera cupola del potere in Cina – sono stati già scossi dallo scandalo che ha coinvolto Bo Xilai e sua moglie, come pure dalle tensioni fra le “cricche” della leadership, tanto che la data del Congresso non è stata ancora fissata.