E’ UN UOMO DI 61 ANNI IL 57° TIBETANO IMMOLATOSI IN TIBET

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Dharamsala, 22 ottobre 2012. A quarant’otto ore di distanza dalla morte di Lhamo Kyab un altro tibetano della contea di Sangchu, nella regione orientale dell’Amdo, si è tolto la vita con il fuoco in segno di protesta contro l’occupazione cinese. Dhondup, questo il nome del nuovo eroe tibetano, aveva sessantuno anni ed è quindi il più anziano dei tibetani che all’interno del Tibet hanno scelto di porre fine alla loro vita. Era originario del villaggio di Khagya, prefettura autonoma tibetana di Kanlho. Si è dato fuoco nelle vicinanze del monastero di Labrang.

dhondup_labrangDopo aver compiuto la circumambulazione del monastero, Dhondup si è dato fuoco nelle vicinanze della sala di preghiera principale, dietro il tempio Sikhang che si trova all’interno dell’istituto religioso. I tibetani che, come Dhondup, stavano compiendo il periplo rituale del monastero hanno formato un cordone umano attorno al suo corpo (in fiamme, nella foto, vicino alle mura del monastero) per impedire alla polizia, subito accorsa, di portare via i resti carbonizzati del martire. Più tardi, gli stessi monaci lo hanno portato all’ospedale dove è stata dichiarata la sua morte.

Dhondup è il primo eroe tibetano ad auto immolarsi nei pressi del monastero di Labrang. “L’ondata delle proteste sta crescendo nel silenzio del mondo” – ha dichiarato Stephanie Brigden, direttore di Free Tibet. “La Cina deve riconoscere che il grido di libertà dei tibetani non può essere messo a tacere con la forza bruta ma deve impegnarsi in un dialogo costruttivo, sostenuto dalla comunità internazionale, con i rappresentanti tibetani”.

Si è appreso in giornata che undici monaci del monastero di Wonpo, distretto di Dzachukha, Amdo, sono stati arrestati negli ultimi tre giorni. Cinque di loro appartenevano al monastero di Kirti e si trovavano a Wompo per seguire dei corsi di dialettica. Lo scorso 7 settembre i tibetani di Wompo avevano sostituito con la bandiera nazionale tibetana quella cinese che sventolava sul tetto di una scuola.

Fonti: Free Tibet – Phayul