Dharamsala, 12 novembre 2012. In un drammatico crescendo prosegue nel Tibet orientale l’incredibile sequenza dei casi di auto immolazione. Due tibetani ventenni si sono dati fuoco questa mattina nella città di Dowa, contea di Rebkong, l’area della regione dell’Amdo dove la scorsa settimana si erano auto immolati Kalsang Jinpa, Tamding Tso e Dorjee Lhundup. Sale a settantadue il numero dei tibetani fino ad oggi immolatisi in Tibet.
Nyingkar Tashi, un tibetano di 24 anni, si è cosparso di benzina e si è dato fuoco attorno alle 15.30 (ora locale) durante una cerimonia di preghiera in ricordo di Tamding Tso, la giovane donna madre di un bimbo di cinque anni che si era immolata lo scorso 7 novembre. Nyingkar Tashi è morto invocando la libertà per il Tibet e il ritorno del Dalai Lama. Non si hanno altre informazioni: “In tutta la zona regna il caos”, ha riferito un tibetano in esilio con contatti in Tibet, “al momento non è possibile ricevere altre informazioni”. Le immagini a noi giunte lo mostrano a terra, avvolto dalle fiamme. Nelle foto i corpi dei due nuovi martiri.
Poco dopo, il sito di informazione Phayul ha dato notizia di una seconda auto immolazione. Nyingchag Bum, 20 anni, si è dato fuoco nella strada principale di Dowa. Al momento, questa è la sola, scarna notizia a noi giunta assieme alla foto che lo vede a terra, carbonizzato.
Oggi, a New Delhi, tredici attivisti del Tibetan Youth Congress guidati dal presidente Tsewang Rigzin hanno dato vita a una manifestazione di protesta di fronte all’Ambasciata cinese. Al culmine della protesta, mentre gridavano slogan a favore dell’indipendenza del Tibet, è arrivata la notizia della morte di Nyingkar Tashi. Tutti i dimostranti, tra cui due donne e otto studenti, sono stati tratti in arresto dalla polizia indiana.
Fonte: Phayul