16-18 novembre 2012. Oltre 200 delegati provenienti da tutto il mondo in rappresentanza di 43 gruppi di sostegno al Tibet hanno partecipato allo speciale incontro svoltosi a Dharamsala dal 16 al 18 novembre 2012. L’Associazione Italia-Tibet era rappresentata alla conferenza dal consigliere Guenther Cologna.
L’incontro si è posto come principale obbiettivo la ricerca di una strategia comune per trovare una soluzione politica alla drammatica situazione in cui versa oggi il Tibet e dare una risposta alla resistenza politica tibetana che attraverso l’ininterrotta e crescente serie di auto immolazioni rivendica in modo pacifico la libertà per il Tibet e il ritorno del Dalai Lama. Lo stesso Primo Ministro, Lobsang Sangay, intervenuto alla cerimonia di apertura dei lavori assieme a numerose personalità tibetane e indiane, ha sottolineato come i tibetani in Tibet stanno sacrificando le loro vite senza ricorrere ad alcuna forma di violenza né contro il popolo cinese né contro beni o infrastrutture nella speranza che il mondo sia al loro fianco e amplifichi la loro richiesta di libertà.
Divisi in gruppi i delegati hanno lavorato all’elaborazione di azioni e strategie comuni e coordinate mirate a far sì che il 2013 diventi “l’anno del Tibet” attraverso l’esercizio di pressioni sia a livello dei singoli governi nazionali sia a livello internazionale affinché la Cina cambi la sua linea politica in Tibet. Nella risoluzione finale i rappresentanti dei gruppi di sostegno chiedono, tra l’altro, un impegno delle Nazioni Unite e del Consiglio ONU per i Diritti Umani. E’ stata auspicata la creazione di una coalizione dei gruppi di sostegno delle regioni asiatiche.
Al momento della chiusura del convegno, una “standing ovation” ha accolto le parole di Yiang Jianli, ex prigioniero politico cinese sopravvissuto al massacro di piazza Tienanmen, quando ha affermato che il popolo cinese deve porre fine al suo silenzio sulla questione tibetana e affrontare la realtà della sofferenza della gente del Tibet. “Ascoltiamo le voci che vengono dalle fiamme, le fiamme parlano: Tibet libero!”.