14 dicembre 2012. Otto tibetani che avevano preso parte alla dimostrazione di massa organizzata dagli studenti di Chabcha – Prefettura di Solho – il 26 novembre scorso in segno di protesta contro un libretto di “educazione patriottica” in dieci punti distribuito nelle università dalle autorità cinesi, sono stati condannati a cinque anni di carcere con l’accusa di essere stati gli organizzatori della manifestazione. Sono Rabten, Wangdue Tsering, Chamba Tsering, Choekyong, Tashi Kunsang, Dorjee Tsering, Sanggye Dundrup and Kunsang Bum.
La distribuzione del libretto, intitolato “Dieci modi di valutare l’attuale situazione nella Prefettura di Solho” e stampato all’inizio di maggio, rientrava nella campagna propagandistica varata da Pechino in vista del 18° Congresso del Partito, iniziato l’8 novembre 2012. L’opuscolo affermava, tra l’altro, che la lingua tibetana “è irrilevante” e definiva le auto immolazioni un “gesto stupido”. Il 26 novembre, oltre mille studenti erano scesi nelle strade, a Chabcha, domandando uguaglianza tra le etnie, rispetto per la verità e un nuovo governo. Nonostante il carattere non violento della dimostrazione, la polizia armata aveva cercato di bloccare il raduno intervenendo con lacrimogeni e picchiando gli studenti in modo indiscriminato. Polizia ed esercito avevano inoltre circondato la scuola Sorig Lobling, dalla quale era partita la protesta, bloccando gli studenti all’interno e impedendo ai famigliari di incontrare i ragazzi.
Una nuova protesta era scoppiata due giorni dopo, il 28 novembre. Gli studenti avevano pacificamente dimostrato a Chabcha, di fronte agli uffici governativi, invocando la libertà e il diritto a parlare la lingua tibetana. La polizia era nuovamente intervenuta picchiando gli studenti e facendo uso di gas lacrimogeni.
Fonti in esilio riferiscono inoltre che tre monaci sono stati arrestati nei primissimi giorni di dicembre con l’accusa di aver dato notizia e diffuso le immagini delle proteste avvenute a Chabcha.
Maria Otero: UE e USA si impegnino assieme per il Tibet
Il giorno 11 dicembre, a Washington, nel corso della cerimonia per la celebrazione della giornata dei diritti umani dell’Unione Europea, il sottosegretario USA Maria Otero ha auspicato una stretta collaborazione tra l’Europa e gli Stati Uniti per la soluzione dei problemi asiatici e, in particolare, per affrontare il problema del Tibet. Nella dichiarazione, letta – assente Maria Otero per gravi motivi di famiglia – dall’assistente segretario Daniel Baer, gli Stati Uniti si dicono profondamente preoccupati per il continuo crescere del numero delle auto immolazioni alle quali la Cina risponde aumentando i controlli, limitando ulteriormente ogni forma di libertà, denigrando il Dalai Lama, la religione e gli stessi auto immolati. Per questo motivo, la regione asiatica deve essere considerata “un’area in cui Unione Europea e Stati Uniti possono impegnarsi in una strategia comune”.
Fonti: Save Tibet – Free Tibet – Phayul