TIBET: PENE DETENTIVE INFLITTE A TRE TIBETANI ACCUSATI DI “SOVVERSIONE”

processoDharamsala, 22 marzo 2012. Non accenna a diminuire la repressione cinese. Il 18 marzo, il tribunale del popolo di Tsongon, nella regione dell’Amdo, ha condannato a lunghe pene detentive tre tibetani con l’accusa di “sovversione” per avere fatto pervenire “a organizzazioni straniere resoconti e immagini relative ad azioni compiute da elementi indipendentisti”. Ne ha dato notizia il quotidiano Cinese People’s Daily.

I tre tibetani (nella foto durante il processo) sono Jigmey Thabkhe, condannato a cinque anni di carcere e privato per tre anni dei diritti civili e politici; Kalsang Dhondup, condannato a sei anni e privato per quattro anni dei diritti civili e politici; Lobsang, condannato a quattro anni di prigione e a due anni di sospensione. La corte, sulla base dell’articolo 103 della legge cinese sui crimini di stato, ha ritenuto che, diffondendo immagini delle cosiddette attività separatiste legate ai casi di autoimmolazione, i tre tibetani si sono resi colpevoli del reato di “organizzazione di attività volte a dividere lo stato” e di conseguente “minaccia dell’unità del Paese”.

L’agenzia di stato Xinhua ha reso noto che il 18 marzo le autorità cinesi hanno arrestato Tenpa Gyatso, un monaco di 32 anni, con l’accusa di avere organizzato l’autoimmolazione di Rinchen (15 anni) e di Sonam Dargye (16 anni) avvenuta il 19 febbraio 2013. Tenpa, zio di Rinchen, era fuggito in India nel 2007 e aveva poi fatto ritorno in Tibet. L’agenzia Xinhua afferma che le autorità cinesi sono determinate a proseguire nelle indagini e a punire i presunti fiancheggiatori delle immolazioni assieme ai loro familiari.

Un monaco del monastero di Tongkyab, contea di Gade, è stato arrestato il giorno 11 marzo. Tritsen, 26 anni, è stato fermato mentre era in visita alla madre, senza alcuna spiegazione da parte della polizia. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ipotizza che il giovane monaco sia stato arrestato per aver scritto e distribuito all’interno del monastero, il giorno 8 marzo, un volume intitolato “Respiro di Libertà”. Il volume contiene alcune riflessioni sulle autoimmolazioni e la biografia di Soepa, il lama reincarnato immolatosi lo scorso anno. L’ipotesi del Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia è suffragata dall’irruzione effettuata dalla polizia il 17 marzo all’interno del monastero. I monaci, riuniti nella sala di preghiera, sono stati interrogati sul loro coinvolgimento materiale o morale nella pubblicazione del libro. Sembra che il monastero sia ora presidiato da un centinaio di appartenenti alle forze di pubblica sicurezza.

Fonte: Tibet Post International