Trento, 10-11 aprile 2012
I giorni 10 e 11 aprile l’Associazione Italia-Tibet ha celebrato il 25° anniversario della sua fondazione avvenuta nell’ormai lontano 1988. Un’occasione davvero particolare che ha visto riuniti a Trento, assieme ai soci fondatori, ai presidenti che negli anni si sono succeduti, ai consiglieri e a quanti hanno a vario titolo profuso il loro impegno per la causa del popolo tibetano, un grande numero di soci venuti da ogni parte d’Italia.
Nel corso degli anni, il comune sentimento di vicinanza alla sorte dei tibetani e alle loro drammatiche vicende ci ha uniti in un legame di profonda stima e amicizia. Ed è stata proprio questa l’atmosfera che ha caratterizzato queste due giornate, emozionanti, intense e allo stesso tempo stimolanti perché se da un lato abbiamo avuto modo di ricordare il passato e di rivivere la nostra storia, dall’altro abbiamo lasciato Trento sentendoci più forti e determinati a proseguire nel nostro lavoro.
Il primo incontro con gli oltre cento soci presenti a questa particolarissima assemblea 2013, è avvenuto il pomeriggio di mercoledì 10 aprile presso la sala delle Marangonerie del Castello del Buon Consiglio. Tanti i volti conosciuti, moltissimi quelli nuovi, la gioia di ritrovarsi in questo nostro momento di festa anche se il pensiero andava al Tibet e al dramma di questi giorni. Dopo il saluto del presidente Claudio Cardelli e degli ex presidenti Piero Verni e Günther Cologna, la proiezione del filmato “25 Anni di Impegno” ha consentito a tutti di percorrere o ripercorrere alcuni dei momenti più significativi del cammino dell’Associazione Italia-Tibet al fianco dei tibetani. Un po’ di commozione e qualche sorriso in questo “come eravamo” sapientemente curato da Claudio Cardelli che ha attinto al suo fornitissimo archivio personale. Al termine, Tseten Chhoekyapa, rappresentante dell’Ufficio del Dalai Lama a Ginevra, ha rivolto all’assemblea il suo saluto e ringraziamento per l’attività svolta assieme all’invito a proseguire nel sostegno al popolo tibetano in questo momento così difficile. La storia dell’Associazione, il suo impegno, i problemi da affrontare e la visione del futuro sono risuonati nelle brevi parole dei consiglieri presenti e passati. La sera ha visto tutti i soci riuniti in un momento conviviale nella sala dell’Hotel America dove era stata allestita la cena. Molti i ricordi, i progetti, le speranze. Vecchi e nuovi amici, il piacere di stare insieme, la determinazione a proseguire nonostante le difficoltà e le incertezze.
La celebrazione dei 25 anni di attività dell’Associazione Italia-Tibet ha avuto il suo momento culminante e più solenne la mattina di giovedì 11 aprile quando, nella sala Belli del palazzo della Provincia di Trento, il Dalai Lama, ci ha ricevuto in udienza privata. Difficile descrivere la palpabile emozione nell’aria e nei cuori di tutti i presenti. Emozione che si è trasformata in vera e propria commozione quando il presidente Claudio Cardelli ha rivolto al Dalai Lama, a nome dell’Associazione, il suo saluto e ha ricordato qualche significativo episodio accaduto nel tempo. Il velo di lacrime e il nodo alla gola che quasi gli impedivano di proseguire il discorso si sono moltiplicati negli occhi e nell’animo di tutti i presenti. E con intensa emozione abbiamo tutti seguito le incoraggianti e amichevoli parole del Dalai Lama, come sempre determinato, potente, umano, affettuoso e arguto. Per ognuno di noi un indimenticabile momento che ci sarà d’aiuto e di sprone nell’affrontare i futuri impegni al fianco dei tibetani.
Associazione Italia-Tibet
IL SALUTO AL DALAI LAMA DEL PRESIDENTE CLAUDIO CARDELLI
A nome dell’Associazione Italia-Tibet che compie in questi giorni 25 anni della sua storia, la ringrazio moltissimo per la sua presenza qui oggi. Sappiamo quanto sia occupato, quanto numerosi siano i suoi impegni e la ringraziamo per tutta l’energia che mette a disposizione del mondo. Dal 1988, partendo da un piccolo gruppo di amici, molti dei quali sono qui presenti e che lei conosce –Vicky, Carmen, Piero e tanti altri – siamo arrivati oggi alla tessera numero 1720. Siamo cresciuti nel numero, nella determinazione e nell’impegno che ci ha portato a dividere con il popolo tibetano tantissimi momenti di grande emozione,…come adesso.
Santità, mi permetta un piccolo accenno personale: quando l’ho incontrata la prima volta, a Milano, al Circolo della Stampa, lei aveva 47 anni. Ricordo le difficoltà incontrate per farle avere il visto, anche allora una clausola la obbligava a parlare solo di religione e non di politica. Le cose non sono cambiate tanto dal 1982. Ciò che è cambiato è che allora la sala del Circolo della Stampa era vuota perché i giornalisti non erano interessati, per pura ignoranza, a parlare del Tibet. Oggi, lei ha appena terminato una conferenza stampa come sempre gremita, ma purtroppo la stampa internazionale non dà al problema del Tibet il risalto che meriterebbe, anche se, nella nostra esperienza, abbiamo incontrato tanti giornalisti che coraggiosamente ci hanno dato spazio e hanno raccontato al mondo ciò che sta succedendo in Tibet.
In questi 25 anni l’Associazione Italia-Tibet non si è mai dimenticata dei rifugiati tibetani in India e, oltre al nostro lavoro – mostre, concerti, conferenze, moto raduni, abbiamo fatto veramente di tutto – abbiamo cercato di tradurre in senso pratico il nostro impegno per i rifugiati tibetani in India. Non le elencherò tutto quanto abbiamo fatto, ma si ricorderà quando siamo arrivati in moto in Ladak, con Emerson Gattafoni. Più recentemente abbiamo inaugurato un piccolo ospedale a Choglamsar. L’inaugurazione è diventata un evento televisivo e ha preso corpo in un libro, “Roadway for Tibet”, con la prefazione di Jetsun Pema, che racchiude la nostra esperienza e che Emerson vorrebbe regalarle.
Concludo dicendo che in queste nostre attività siamo stati aiutati da tante organizzazioni e istituzioni, come le Provincie di Trento e Bolzano, Milano – che ha praticamente finanziato il Delek Hospital – Rimini, Roma e Bergamo dove è attiva l’Associazione Africa 3000. Di questo siamo molto contenti. Siamo invece meno contenti della situazione dei tibetani, e mi permetto di dire che la sua sofferenza per i 120 eroi che si sono bruciati vivi in segno di protesta contro l’occupazione cinese del Tibet è anche la nostra e che vorremmo fare di più per rovesciare il mondo, ma purtroppo le nostre forze sono limitate. Vorremmo essere uniti ai Gruppi di Sostegno al Tibet di tutto il mondo, così come dovrebbero essere uniti tutti i tibetani dentro e fuori il Tibet.
Per concludere questo mio saluto, desidero porgerle questo piccolo dono che le sarà consegnato dalla nostra Consigliera Kalsang Dolker. E le voglio presentare anche i nostri due soci più giovani. Santità, la ringrazio ancora e la prego di dirci qualche parola.
LE IMMAGINI
Fotografie di:
– Carla Bardini
– Marilia Bellaterra
– Stefano Bottesi
– Alessandro Molinari
– Fausto Sparacino
Il DVD “25 anni per il Tibet” è in vendita presso l’Associazione Italia-Tibet
Euro 10, incluse spese di spedizione.