Dharamsala, 20 maggio 2013. Tre attivisti tibetani sono stati fermati dalla polizia di New Delhi per aver inscenato una manifestazione di protesta nelle vicinanze dell’albergo dove alloggia il premier cinese Li Keqiang, arrivato sabato 19 maggio nella capitale indiana in visita ufficiale. Sfidando il divieto delle autorità indiane che avevano vietato qualsiasi protesta, uno dei tre tibetani, tutti appartenenti all’organizzazione Students for a Free Tibet, è riuscito a salire sul tetto di un vicino edificio dal quale ha dispiegato uno striscione lungo venti metri.
“Cina, fuori dal Tibet, Cina fuori dall’India, Li Keqiang il Tibet sarà libero!” Queste le parole scritte sullo striscione. Intanto, gli altri due manifestanti, gridavano slogan inneggianti all’indipendenza del Tibet e alla sicurezza dell’India. Sono stati arrestati per aver tentato di forzare le misure di sicurezza predisposte attorno alla residenza del premier cinese. Tutte le zone della capitale indiana abitate dai tibetani erano state in precedenza poste sotto stretta sorveglianza dalla polizia. Chiuso il Tibetan Youth Hostel di Rohini e controllato dalla sicurezza il rione di Aruna Nagar.
La visita di tre giorni del premier cinese in India giunge a poche settimane di distanza dall’incursione militare cinese nella vallata di Depsang, in Ladakh, nella quale le truppe della Repubblica Popolare si erano addentrate per 19 chilometri erigendo una tendopoli. Riferisce The Times of India che il Primo Ministro indiano Manmohan Singh nel corso del suo primo incontro con il Premier Li, svoltosi la sera stessa del suo arrivo, ha espresso la seria preoccupazione dell’India per l’incursione cinese in Ladakh e ha detto chiaramente alla controparte che, in mancanza di pace e tranquillità lungo il confine, i rapporti bilaterali tra i due paesi potrebbero risentirne. Tra gli argomenti sollevati, Singh ha anche affrontato la questione della portata delle acque dei fiumi alla frontiera tra India e Tibet con particolare riferimento al progetto di costruzione di tre nuove dighe sul fiume Brahmaputra approvato da Pechino. Sembra tuttavia che i leader cinesi siano poco inclini a discutere questo argomento. Il premier Li non ha voluto menzionare l’episodio dello sconfinamento preferendo concentrare l’attenzione sugli obiettivi di “fiducia reciproca, cooperazione e sfide future” che i due giganti asiatici dovranno affrontare.
Fonti: Phayul – The Times of India