16 luglio 2013. Cresce il numero dei tibetani feriti a Tawu in seguito all’intervento armato della Polizia Armata del Popolo (PAP) che il 6 luglio ha aperto il fuoco sulla folla inerme riunita per celebrare il compleanno del Dalai Lama.
Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha reso noto che il numero dei feriti gravi è salito a dieci. Tra questi, figura Tsewang Choephel, un monaco del monastero di Nyatso, che ha riportato ferite multiple alle mani e alle gambe e versa in condizioni critiche. Feriti gravemente anche Tashi Sonam, un religioso insegnante presso il monastero di Nyatso, Ugyen Tashi, un laico, e Gyaltsen, un ambientalista tibetano furiosamente picchiato assieme ad altri 14 compatrioti su un ponte nelle vicinanze del monte Machen Pomra. Dopo il pestaggio, sono stati tratti in arresto dalla polizia e rilasciati la sera del 7 luglio in seguito alle proteste dei tibetani che, riuniti nel cortile del monastero, hanno gridato tutto il loro sdegno per l’intervento armato cinese e per le brutali percosse. In una riunione d’emergenza, convocata dallo stesso governatore del Sichuan alla presenza di rappresentanti del monastero, è stata decisa la scarcerazione di tutti i fermati. Sembra che i soldati della Polizia Armata del Popolo si siano formalmente scusati per la brutalità e gli eccessi del loro intervento.
In tutto il mondo, i tibetani e i sostenitori della loro causa hanno duramente protestato e criticato quanto accaduto a Tawu. Tenzin Jigme, Coordinatore di International Tibet Network, ha dichiarato che il comportamento della PAP non fa che aggravare lo scontento e la frustrazione dei tibetani che in cinque, nella sola area di Tawu, hanno sacrificato la loro vita auto immolandosi per la libertà del Tibet.
E suonano quantomeno beffarde le parole pronunciate dal consigliere di stato cinese Yang Jiechi nel corso di una conferenza stampa congiunta con il vice segretario di stato americano William Burns, al termine di un incontro di due giorni a Washington (10-11 luglio). Rispondendo alle osservazioni di Burns che si dichiarava preoccupato per la situazione dei diritti umani in Cina e, in modo particolare, per il malcontento dilagante delle aree tibetane e uigure, il rappresentante cinese ha affermato che “la Cina ha compiuto enormi progressi nel campo dei diritti umani e le minoranze tibetane e uigure godono in questo momento di uno stato di felicità e libertà senza precedenti”.
Fonte: Phayul