Dharamsala, 22 luglio 2013. Un nuovo caso di auto immolazione nel Tibet orientale. Kunchok Sonam, un monaco diciottenne del monastero di Thangkor Soktsang, contea di Zoege, nella prefettura autonoma di Ngaba, si è dato la morte con il fuoco la mattina del 20 luglio in segno di protesta contro l’occupazione cinese del Tibet. Con la sua morte, sale a 120 il numero dei tibetani che si sono auto immolati per la libertà del loro paese.
Kunchok è deceduto sul luogo della protesta. La polizia cinese ha tentato di impossessarsi del suo corpo ma è stata fermata dalla popolazione locale che, come di consueto, ha bloccato tutte le comunicazioni con la zona. L’ultimo caso di auto immolazione aveva avuto luogo il 14 giugno. Nella contea di Zoege si erano immolati il 24 aprile i monaci Lobsang Dawa, 20 anni, e Kunchok Woeser, 22 anni.
Si è appreso in data odierna che un tribunale cinese di Siling ha condannato tre tibetani a pene detentive di diversa durata per avere tentato di impedire che il corpo di Lobsang Gedun, il monaco di 29 anni autoimmolatosi il 3 dicembre 2012, fosse sequestrato dalla polizia. Doptung, 51 anni, dovrà scontare 10 anni di carcere, Ugyen Dorjee, 40 anni, e Chekyab, sono stati rispettivamente condannati a scontare 21 e 18 mesi.
Fonti: Phayul – TibetNetwork