IL GOVERNO INGLESE CHIEDE ALLA CINA DI SOSPENDERE L’ESECUZIONE DI DOLMA KYAB

Dolma_Kyab

Dharamsala, 4 settembre 2013. William Hague, Segretario di Stato inglese agli Affari Esteri, ha chiesto ieri al governo cinese la sospensione della condanna a morte sentenziata il 17 agosto nei confronti di Dolma Kyab (nella foto), marito di Kunchok Wangmo, la donna tibetana di trentuno anni immolatasi con il fuoco a Taktsa, Contea di Dzoege, nella regione di Ngaba, il 13 marzo 2013. “Chiediamo alle autorità cinesi la commutazione della sentenza e la sospensione dell’esecuzione”, ha dichiarato Hague alla Camera dei Comuni, auspicando un “processo libero e conforme agli standard internazionali”.

Come riportato nel sito in data 18 marzo, Kunchok Wangmo, deceduta sul luogo dell’immolazione, aveva compiuto l’estremo atto di protesta di fronte all’ufficio che ospita i funzionari cinesi. Le autorità avevano provveduto alla cremazione del corpo le cui ceneri erano state successivamente consegnate al marito, Dolma Kyab, al quale i funzionari dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza avevano ordinato di mentire sulle vere cause della morte della moglie. Gli era stato, infatti, ingiunto di diffondere la notizia che Kunchok si era data la morte con il fuoco per motivi familiari. Essendosi rifiutato di accondiscendere alla richiesta delle autorità, Kyab era stato tratto in arresto.

Il 17 agosto, un tribunale della regione di Ngaba ha condannato a morte Dolma Kyab accusandolo di aver strangolato la moglie il giorno 11 marzo per “problemi legati all’uso di alcolici”. I tibetani in esilio sostengono invece che Kunchok si è data fuoco alla vigilia della designazione di Xi Jinping alla presidenza della Cina in segno di protesta contro l’occupazione del Tibet. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha a più riprese denunciato i tentativi cinesi di corrompere con offerte di denaro i membri delle famiglie degli autoimmolati nel tentativo di indurli a mentire sulle vere cause della morte dei loro congiunti.

Fonti: Phayul – Tibetsociety.com