CHIUSO SENZA UNA SENTENZA IL PROCESSO A XU ZHIYONG. MALMENATI GIORNALISTI STRANIERI, ATTIVISTI FERMATI

dissidente_xu24 gennaio 2013. Il processo a Xu Zhiyong, tenutosi ieri presso il tribunale del popolo del 1° municipio di Pechino, lo stesso dove nel 2009 si svolse il processo a Liu Xiaobo,  si è concluso senza che sia stata pronunciata una sentenza anche se, al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero ha chiesto una pena severa. Xu Zhiyong (nella foto), docente di legge all’Università di Pechino, aveva lanciato nel 2012 assieme ad altri  attivisti il “Movimento dei Nuovi Cittadini”. Era accusato di “avere organizzato pubbliche assemblee allo scopo di disturbare l’ordine in luogo pubblico”.

Xu e i suoi due avvocati sono rimasti in silenzio per quasi tutta l’udienza in segno di protesta contro “l’ingiusta natura” del processo. Nel pomeriggio Xu ha dato inizio alla lettura della sua dichiarazione finale ma la corte lo ha interrotto dopo una decina di minuti e ha decretato chiuso il dibattimento. Le parole di Xu (in inglese) al sito:

http://chinachange.org/2014/01/23/for-freedom-justice-and-love-my-closing-statement-to-the-court/.

Altissima la presenza dei poliziotti, sia in divisa sia in borghese, all’esterno del tribunale. Ai giornalisti e ai sostenitori di Xu è stato impedito di avvicinarsi all’edificio. Strattonati e malmenati i reporter della BBC e della CNN che trasmettevano in diretta. Le immagini ai siti:

http://www.mediabistro.com/tvnewser/this-is-a-public-space-im-allowed-to-report_b210998

http://www.bbc.co.uk/news/world-asia-25838209

Alcuni attivisti sostenitori di Xu sono stati fermati e trattenuti in custodia presso le stazioni di polizia o nei centri di detenzione. L’avvocato Liang Xiaojun, un difensore dei diritti umani, è stato portato via dopo essersi fermato a parlare con i giornalisti stranieri. E’ stato rilasciato nel secondo pomeriggio ma alle 17.00 almeno una dozzina di attivisti risultavano ancora trattenuti. Per ordine dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza erano sotto sorveglianza dal 20 gennaio.

Alla vigilia del processo odierno, International Tibet Network, la coalizione di 190 gruppi di tutto il mondo a sostegno al Tibet, aveva chiesto al governo cinese il rilascio di Xu Zhiyong,  che nel dicembre 2012 si era espresso a favore del Tibet. ITN aveva inoltre chiesto alla Cina di ritirare tutte le accuse “politicamente motivate” a lui imputate. In un articolo intitolato “Tibet is Burning” pubblicato sul New York Times nel dicembre 2012, Xu descrisse i vani tentativi compiuti per rendere visita ai familiari di Nangdrol, uno degli autoimmolati tibetani, allo scopo di porgere loro le proprie condoglianze. Scrive Xu: “Mi dispiace constatare che noi cinesi han restiamo in silenzio mentre Nangdrol e i suoi compagni tibetani stanno morendo per la libertà. Siamo noi stessi delle vittime in quanto ci estraniamo, non lottiamo, coltiviamo sentimenti di odio e distruzione”.

Fonti: Phayul – ITN