7 febbraio 2014. Phakmo Samdup, un tibetano di ventisette anni padre di due bambini (nella foto), si è dato la morte con il fuoco nelle vicinanze della scuola di Dokarmo, una cittadina della Contea di Tsekok, nella Prefettura Autonoma Tibetana di Malho, provincia dell’Amdo. La protesta di Phakmo Samdup è avvenuta la sera del 5 febbraio ma la notizia è trapelata solo in data odierna.
Le comunicazioni con l’intera area sono state interrotte dalla polizia che ha imposto alla popolazione di non diffondere la notizia della nuova immolazione lasciando invece credere che il tibetano si sia suicidato per motivi famigliari. Tibet Information Network riferisce che il giovane tibetano è morto sul luogo dell’autoimmolazione. Secondo altre fonti, Phakmo è stato ricoverato all’ospedale in gravi condizioni. La polizia cinese, spente le fiamme, si è impossessata del suo corpo.
Phakmo è il primo tibetano ad essersi autoimmolato nel 2014, il sesto dal luglio 2013, il 126° dal 2009 all’interno del Tibet. Altissima la tensione in tutta la zona pattugliata da un grande numero di forze di polizia. Significativa la concomitanza di questo nuovo caso di immolazione con il fuoco con l’approssimarsi delle date del 2 marzo, giorno in cui quest’anno cade il capodanno tibetano, e del 10 marzo, 55° anniversario dell’insurrezione di Lhasa.
Eleanor Byrne Rosengren, direttore di Free Tibet, ha così dichiarato: “Negli ultimi mesi il numero delle autoimmolazioni è diminuito, ma la morte di Phakmo Samdup è la conferma che i tibetani non rinunciano a questo pacifico atto di protesta. In quest’ultimo periodo i tibetani hanno protestato in massa contro gli arresti arbitrari e la distruzione dell’ambiente. Hanno bruciato la bandiera cinese. La repressione acuisce la resistenza. Sicuramente nel 2014 assisteremo ad altri casi di autoimmolazione”.
Fonte: International Tibet Network