SI AUTOIMMOLA UN GIOVANE TIBETANO A NGABA

Dorjee_Ngaba

17 febbraio 2014. Un giovane tibetano, ex monaco del monastero di Kirti, si è autoimmolato a Ngaba la sera del 13 febbraio nelle vicinanze del monastero al quale apparteneva. Si chiamava Lobsang Dorjee e aveva 28 anni. Una foto pubblicata da Tibetnet mostra Lobsang, ormai trasformato in una torcia umana, dritto in piedi nel mezzo della strada. In un altro scatto sono visibile le truppe anti sommossa cinesi di pattuglia sul luogo della protesta.

forze_sicurezzaPrima di cospargersi di benzina e di darsi fuoco il giovane tibetano ha lanciato grida di protesta contro l’ingiustizia delle politiche cinesi in Tibet. La polizia, dopo avere spento le fiamme con gli estintori, ne ha portato via il corpo. Lobsang, prima di tornare a casa, nel villaggio di Gyabam Tukra, nella Contea di Ngaba, per aiutare i suoi famigliari nell’accudimento del bestiame, aveva lavorato in un autolavaggio a Golok. E’ il 127° tibetano a darsi la morte con il fuoco all’interno del Tibet, il secondo dall’inizio dell’anno. La sua morte, data per certa a causa delle gravi ustioni riportate, avviene a una settimana di distanza da quella di Phakmo Samdup, 28 anni, il cui decesso è stato confermato: è morto infatti poche ore dopo aver portato a compimento il suo atto di protesta.

Fonti tibetane hanno reso noto che, in seguito a questo nuovo caso di auto immolazione, la polizia ha istituito numerosi posti di blocco e ha parzialmente bloccato le linee di comunicazione. Ancora una volta, l’Amministrazione Centrale Tibetana ha chiesto ai tibetani all’interno del Tibet di non sacrificare le loro vite. Nessun commento da parte delle autorità cinesi.

In un documento datato 8 aprile 2013 e solo recentemente fatto uscire dal Tibet, sono elencate le misure decretate dal governo locale di Dzoege, Contea di Ngaba, – dove negli ultimi due anni si sono verificati nove casi di autoimmolazione –  contro i famigliari, gli abitanti del villaggio e i monasteri di appartenenza degli auto immolati. Ai parenti di chi si dà la morte con il fuoco è fatto divieto, per un periodo di tre anni, di lasciare la località di appartenenza o di recarsi nella Regione Autonoma Tibetana. Non potranno inoltre ricoprire cariche negli uffici governativi o nell’esercito e sarà loro rifiutata ogni richiesta di licenza commerciale. Ai monasteri della regione sarà proibito lo svolgimento di ogni attività che preveda la partecipazione di persone non residenti nell’istituto religioso i cui bilanci saranno oggetto di severi controlli.

Fonti: TibetNet  – Phayul