TIBET: NUOVI ARRESTI IN SEGUITO ALLE PROTESTE CONTRO LE ATTIVITA’ MINERARIE

anti_mining_protest8 luglio 2014. Ancora arresti in Tibet in seguito a nuove proteste contro lo sfruttamento minerario in atto nel paese ad opera di cinesi. Il giorno 2 luglio almeno nove tibetani sono stati arrestati per aver manifestato contro le attività minerarie in atto nelle adiacenze del villaggio di Martak, nelle vicinanze della cittadina di Yama, luogo di grande significato religioso per i tibetani.

Fonti tibetane hanno riferito che almeno duecento poliziotti sono arrivati all’ingresso della miniera, vicino alla sacra montagna di Gongla. Nello scontro che ne è seguito, alcuni tibetani sono stati feriti: un’immagine inviata da un testimone oculare mostra una donna e un uomo tibetani riversi a terra, privi di conoscenza (nella foto). La stessa fonte ha reso noto che la polizia ha cancellato le immagini riprese dai presenti con i telefoni cellulari.

Sembra che i cinesi abbiano realizzato una camionabile per agevolare l’accesso alla montagna, ricca di rame. I tibetani hanno chiesto ai minatori di porre fine ai lavori e, in seguito al loro rifiuto, sono 9iniziate le contestazioni.

Tra il 6 e il 7 giugno il personale di sicurezza cinese aveva tratto in arresto i ventisette tibetani che cercavano di bloccare ogni attività di estrazione nella Contea di Chabcha (Prefettura Autonoma Tibetana di Tsolho). Tra essi due capi villaggio. Nei giorni successivi, quattro dei fermati erano stati liberati, i restanti ventitré sono stati trattenuti in carcere per ulteriori accertamenti fono al 7 luglio. Quattro sono tuttora agli arresti.

Fonte: Phayul