23 luglio 2014. Thabke, un monaco ventiquattrenne del monastero di Labrang (Contea di Sangchu, prefettura Autonoma Tibetana di Gansu Kanlho), si è tolto la vita impiccandosi a un albero all’esterno dell’istituto religioso in segno di protesta contro la repressione e le restrizioni alla libertà di religione imposte dal governo cinese. Il doloroso episodio, di cui ha dato notizia Radio Free Asia, risale al giorno 8 luglio ma le difficoltà di comunicazione ne hanno impedito la diffusione fino alla scorsa settimana.
Thabke, nato nel villaggio di Ngapka, aveva confidato agli amici di voler porre fine alla sua vita in segno di protesta contro le innumerevoli restrizioni alla libertà di culto imposte dalle autorità cinesi in tutti i monasteri del Tibet, compreso quello di Labrang. Thabke trovava intollerabile il numero massimo di 999 monaci all’interno di ogni monastero imposto dal governo, limite che costringe molti religiosi tibetani desiderosi di approfondire e seguire gli insegnamenti del Buddismo a lasciare i monasteri e vivere come laici. Lo stesso monastero di Labrang, la cui fondazione risale al 1709, ospitava in altri tempi migliaia di monaci. Il giovane religioso protestava inoltre contro l’interferenza cinese nei corsi di studio e contro la proibizione di possedere le fotografie dei maestri.
Fonti tibetane hanno fatto sapere che il 9 luglio tre tibetani sono stati arrestati a Rongpo, una cittadina della Contea di Sog, nel Tibet orientale. Riferisce Tibet Post che nelle prime ore della mattina la polizia ha fatto irruzione nel “villaggio numero 13” e ha tratto in arresto i tre tibetani. Non si hanno notizie sul luogo della loro detenzione né sui motivi che hanno portato al loro arresto. Sembra tuttavia che siano sospettati di aver cercato di contattare i tibetani in esilio per fornire informazioni sulla situazione in Tibet.
Fonti: Radio Free Asia – The Tibet Post