5 agosto 2014. Il Partito comunista cinese ha risposto alle auto-immolazioni intensificando la repressione. Questa è la denuncia contenuta nel rapporto che International Campaign for Tibet ha reso pubblico il 31 luglio. Il documento, intitolato “Acts of significant evil – The criminalisation of Tibetan self-immolations” evidenzia l’impatto delle norme adottate dal Partito nel dicembre 2012, un mese dopo l’insediamento di Xi Jinping.
Nel rapporto si legge che le nuove misure adottate in risposta alle auto-immolazioni hanno portato ad un aumento del numero delle detenzioni – inclusa una richiesta di pena di morte – e a numerosi casi di sparizione di tibetani la cui sorte non è mai stata comunicata ai famigliari.
Matteo Mecacci, Presidente di ICT ha dichiarato: “Queste terribili nuove misure, che hanno portato all’arresto di tanti innocenti tibetani, dovrebbero mandare un chiaro segnale ai governi. Per tacitare ogni forma di dissenso Pechino ricorre a inaccettabili forme di punizione collettiva. Per punire i parenti e gli amici degli auto -immolati ricorre ad un linguaggio pseudo – legale – in realtà privo di alcuna effettiva base legale – fondato sulla propaganda, la disinformazione e la negazione di ogni evidenza“.
Sulla base delle nuove norme, che prevedono la possibilità che un tibetano possa essere accusato di omicidio solo per la presunta “intenzione” di avere istigato un connazionale ad auto immolarsi, almeno 15 tibetani sono stati condannati a pene detentive con l’accusa di “omicidio intenzionale” per avere “aiutato” o “incitato” altri tibetani ad immolarsi. Dal 2010, almeno 98 tibetani sono stati condannati, imprigionati o sono scomparsi in quanto ritenuti coinvolti in casi di immolazione. Quando un tibetano si toglie la vita con il fuoco, le autorità cinesi puniscono la famiglia e la comunità.
In risposta a queste norme e alla loro discutibile legalità sia per la legge internazionale sia per quella cinese, International Campaign for Tibet chiede che il governo cinese rilasci tutti i tibetani arrestati per presunti coinvolgimenti nei casi di auto immolazione, renda note le località in cui sono tenuti gli scomparsi e cessi di perseguitare le famiglie e le comunità; chiede inoltre alla comunità internazionale di fare presente ai dirigenti cinesi l’incompatibilità delle gravi misure adottate sia con le norme internazionali sia con la legislazione cinese. Chiede infine al governo cinese di dare una risposta alle dolenze dei tibetani rispettandone i diritti e avviando un sostanziale negoziato.
Fonte: International Tibet Network