22 settembre 2014. Lhamo Tashi, uno studente tibetano di ventidue anni, si è autoimmolato il 17 settembre dandosi fuoco all’esterno della stazione di polizia di Tsoe, nella Prefettura Autonoma Tibetana di Kanlho, provincia di Gansu. Con la morte di Tashi sale a 132 il numero dei tibetani che si sono dati la morte all’interno del Tibet in segno di protesta contro l’occupazione cinese. E’ il primo caso di autoimmolazione dallo scorso mese di aprile.
Fonti tibetane hanno riferito che prima di cadere a terra avvolto dalle fiamme il giovane studente ha invocato libertà per il Tibet e la fine dell’occupazione. Sembra che Tashi abbia voluto far coincidere il suo atto di protesta con la visita in India del Presidente cinese Xi Jinping.
La polizia locale si è rifiutata di consegnare il corpo del ragazzo ai genitori. Quando si sono ripresentati alla stazione di polizia, il 19 settembre, le autorità hanno fatto sapere di avere già effettuato la cremazione e hanno loro consegnato delle ceneri affermando essere quelle del figlio defunto. Lhamo Tashi, originario del villaggio di Drukdo, è il primo tibetano a darsi la morte con il fuoco dal 15 aprile, data della morte di Tinley Namgyal, e il settimo nell’anno in corso.
Migliaia di studenti appartenenti ad oltre venti istituti scolastici hanno iniziato oggi una settimana di astensione dalle lezioni per protestare contro la decisione di Pechino di limitare la portata del suffragio universale nell’ex colonia britannica. Alle ore 14.00 (ora locale – le 7.00 in Europa) almeno 3.000 studenti di diverse università, con addosso una maglietta bianca, il colore del lutto in Cina, anziché presentarsi alle lezioni si sono radunati sul campus dell’Università cinese di Hong Kong, a Sha Tin, alcuni chilometri a nord del centro della città. Sulle magliette sono visibili dei nastri gialli, il colore adottato dagli attivisti democratici. Almeno quattrocento tra docenti e personale scolastico stanno prendendo parte alla manifestazione accanto e a sostegno degli studenti.
La manifestazione prelude alle dimostrazioni su larga scala programmate per il 1° ottobre da Occupy Central (with love and peace), il movimento pro democrazia che rivendica il diritto dei cittadini di Hong Kong a libere elezioni a suffragio universale.
Fonti: Phayul – Tibet Watch – BBC World Service