13 novembre 2014. A Pechino, dove si era recato per partecipare al vertice APEC, l’incontro dei 21 paesi che si affacciano sul Pacifico, il Presidente Barak Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti non sono favorevoli all’indipendenza del Tibet.
“Non siamo a favore dell’indipendenza”- ha affermato nel corso di una conferenza stampa congiunta con il Presidente cinese Xi Jinping – “ma abbiamo incoraggiato le autorità cinesi ad adoperarsi per preservare la peculiare identità culturale, religiosa e linguistica del popolo tibetano”. Parlando della cooperazione tra le due nazioni, che hanno siglato un accordo per la riduzione dei gas serra entro il 2030, Obama ha dichiarato che “quando gli USA e la Cina sono in grado di lavorare assieme, il mondo intero ne trae benefici”.
Sull’argomento dei diritti umani, Xi Jinping ha affermato che la Cina ha compiuto progressi ma che ulteriori miglioramenti sono sempre possibili. Obama ha ribadito che l’America, pur non essendo favorevole all’indipendenza del Tibet, sostiene fermamente i diritti di tutte le genti ed ha auspicato un dialogo diretto tra tibetani e cinesi per risolvere ogni divergenza, dialogo che, se portasse ad un risultato, sarebbe positivo per entrambe le parti.
Non è la prima volta che Obama afferma che gli Stati Uniti non appoggiano l’indipendenza del Tibet. Il 21 febbraio 2014, dopo l’incontro, a Washington, del Presidente americano con il Dalai Lama, incontro osteggiato dalla Cina, la Casa Bianca aveva diffuso un comunicato in cui si riaffermava che gli Stati Uniti considerano il Tibet parte della Repubblica Popolare Cinese. Il Dalai Lama aveva dichiarato di non volere l’indipendenza del suo paese e aveva auspicato la ripresa del dialogo con i rappresentanti di Pechino.
Fonti: The Tibet Post International – Phayul