HONG KONG: ARRESTATI I DUE STUDENTI LEADER DELLA PROTESTA

Hong_Kong_26_novembre26 novembre 2014. Duri scontri nella notte e nelle prime ore della mattina a Hong Kong dove la polizia è intervenuta per mettere fine alle proteste del movimento “Occupy Central” e sgomberare l’area presidiata dai manifestanti. Migliaia di poliziotti, armati di manganelli e spray urticanti, hanno cercato di disperdere i giovani dimostranti armati di soli ombrelli, diventati ormai l’icona della rivolta.

Almeno 116 persone sono state arrestate per “intralcio ad una ordinanza della Corte”, per “occupazione  illegale di suolo pubblico” e per “possesso di armi”. La maxi retata ha portato anche all’arresto dei due leader della protesta, il diciottenne Joshua Wong, di Scholarism, un gruppo delle scuole medie superiori, e Lester  Shum, della Federazione degli studenti universitari.

La polizia, forte di un’ingiunzione emessa dalla Corte, ha sgomberato l’incrocio tra due importanti arterie stradali, Nathan Road e Argyle Street, nel quartiere di Mong Kok, a Kowloon, un’area densamente popolata, ricca di negozi e alberghi. Gli studenti accusano la polizia di manipolare la legge e le indicazioni della Corte per giungere al risultato che il governo della città e quello di Pechino vogliono da tempo: la fine delle manifestazioni.

Rimane tuttora in atto il solo sit-in ad Admiralty, sull’isola, nella zona dove vi sono le sedi finanziarie e governative.

Le barricate erano state allestite all’inizio della protesta, cominciata il 28 settembre, contro l’attuale legge elettorale che assicura a Pechino il diritto di veto sui candidati per l’elezione della massima carica di Hong Kong, quella di capo esecutivo, che si terrà nel 2017. I manifestanti chiedono che questa supervisione sia abolita e di poter esprimere un voto veramente libero.

Lo stesso governo cinese aveva promesso in più occasioni libere elezioni per l’appuntamento del 2017. Ma nell’agosto del 2014 la massima autorità legislativa cinese – il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del Popolo – ha deciso che i votanti di Hong Kong avranno la possibilità di scegliere solo da una lista di due o tre candidati prescelti da una Commissione incaricata di nominare “le persone adatte al ruolo”. La formazione di questa Commissione è da stabilirsi, ma di certo essa “deve essere in accordo” con quella elettorale già esistente e di fatto nelle mani di Pechino. Ogni candidato intenzionato a correre per il ruolo di capo dell’esecutivo dovrà ottenere almeno il  50% dei voti della Commissione per essere inserito in lista. Secondo gli attivisti democratici, la Cina userà la Commissione per scremare i candidati non graditi.

Secondo il testo approvato dall’Assemblea nazionale del popolo “il capo dell’esecutivo di Hong Kong deve essere una persona che ama la nazione e Hong Kong. Questo è un requisito base per la politica ‘una nazione, due sistemi’, è previsto dalla Basic Law ed è necessario per mantenere la prosperità e la stabilità a lungo termine di Hong Kong. Inoltre, è necessario per rafforzare la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina intera”. In pratica, chi ha una posizione critica nei confronti di Pechino “non può ricoprire questo ruolo”.

Fonti: AsiaNews – Il Sole 24 Ore