Il 13 febbraio 1913 Tubten Gyatso, XIII Dalai Lama (nella foto), proclamò in uno storico documento l’indipendenza del Tibet. Il 13 febbraio 2014 ricorre quindi il 102° anniversario della proclamazione di Indipendenza del Tibet da parte del “grande”XIII. Queste le sue parole:
«Noi [Thubten Gyatso, XIII Dalai Lama] siamo parimenti riusciti a tornare nel Nostro sacro e legittimo paese, e stiamo ora procedendo ad espellere le residue truppe cinesi da Do-Kham nel Tibet orientale. L’intenzione cinese di colonizzare il Tibet per mezzo della relazione sacerdote-protettore è adesso svanita come un arcobaleno nel cielo» «Siamo una nazione piccola, religiosa ed indipendente. Per adeguarci al resto del mondo dobbiamo difendere il nostro paese. Ognuno dovrà lavorare duramente per salvaguardare e mantenere la nostra indipendenza»
La situazione in Tibet è stagnante e drammatica. Le posizioni sulla questione sono inconciliabili. Da un lato la Cina afferma di vantare da sempre una sovranità sul Tibet sulla base di vicende storiche molto discutibili anche da un punto di vista giuridico. Per fare un paragone, e ragionando sulla base del punto di vista di Pechino, ammesso che fosse vero che in passato il Tibet avesse fatto parte della Cina, Austriaci, Francesi, Spagnoli potrebbero invadere e occupare l’Italia. Oppure l’Italia, basandosi sull’estensione dell’Impero Romano, potrebbe occupare mezza Europa.
In realtà nel 1950, quando fu invaso dall’esercito di Mao, il Tibet era un paese che vantava una totale indipendenza da quasi mezzo secolo (13 febbraio 1913 dichiarazione di indipendenza del Tibet da parte del XIII Dalai Lama). Inoltre nei due secoli precedenti il Tibet era certo nella sfera di influenza della dinastia ‘Ching (Manciù, si badi bene, e non Han) ma in una relazione di suzerainty (situazione che si verifica quando una regione è tributaria di un’entità più potente che controlla i suoi affari esteri, consentendo allo stato tributario vassallo qualche limitata autonomia nazionale). Suzerainty è il termine inizialmente utilizzato per descrivere la relazione tra l’Impero Ottomano e le regioni limitrofe. Anche se si tratta di un concetto riscontrabile in una serie di imperi storici, è un concetto molto difficile da descrivere sulla base delle normative del diritto internazionale del 20 ° o del 21 ° secolo in cui la sovranità o c’è o non c’è. Mentre una nazione sovrana può accettare, in seguito ad un trattato, di diventare un protettorato di un potere più forte, il moderno diritto internazionale non riconosce in alcun modo la possibilità di generare questo rapporto obbligatorio facendo leva sulla maggiore potenza nei confronti del più debole.
Di fatto il Tibet anche come protettorato Manciù gestiva i suoi affari interni in totale autonomia.
“Anche la Libia era un protettorato italiano ma nessuno oggi ( in Italia) pensa di invadere la Libia…“(F.Maraini)
Va anche detto che all’inizio della sua storia a noi pervenuta (XIII e IX secolo) il Tibet era un impero che arrivava alle porte della capitale. Più tardi, con il formarsi della società monastica e con l’affermarsi del potere temporale dei lama di Sakya, il Tibet era, come la Cina, un protettorato dell’Impero Mongolo e la relazione tra i Lama Sakya prima e Gelugpa dopo e i Khan Mongoli era quella denominata Cho yon (protettore e consigliere spirituale).
A seguito di queste annessioni, l’attuale Cina rivendica il Tibet, proclamandone la legittimità dell’annessione. Ma si può criticamente replicare alla Cina che la successiva dinastia Ming cinese, dal 1368 a 1644, non ha niente a che fare con i mongoli e sarebbe quindi come se l’India rivendicasse diritti nei confronti della Birmania (chiamata attualmente Myanmar dalla giunta militare al potere) in quanto in passato appartenente all’India britannica. Quando i mongoli acquisirono la sovranità sul Tibet non avevano ancora completato la conquista della Cina.
Dunque si può affermare che le pretese storiche della Cina sono solo fiacchi pretesti per giustificare quella che è invece una vera e propria brutale colonizzazione di stampo ottocentesco di un paese sovrano.
Si può dire che l’abolizione delle colonie, sancita sin dalla nascita delle Nazioni Unite, non è stata applicata alla Cina nei confronti del Tibet.
Infine va detto che l’atteggiamento mentale di quasi tutti i cinesi nei confronti dei tibetani è quello di ritenersi portatori di civiltà, benessere e addirittura di diritti umani in quanto ritengono di averli “liberati” da un regime feudale schiavista. Il risultato di questo “benessere e civiltà” sono 140 suicidi con il fuoco da parte di tibetani, per lo più giovani o adolescenti, immolatisi per protestare contro la presenza cinese a casa loro.
La posizione del mondo occidentale rimane di grande importanza in quanto in grado di esercitare pressioni su Pechino perché, una volta per tutte, riveda la sua politica in Tibet finora basata solo su repressione, intimidazione, corruzione e propaganda coloniale. Proprio il 6 febbraio, a Washington, Barack Obama ha salutato pubblicamente davanti alle telecamere di mezzo mondo il Dalai Lama con le parole: “Vorrei offrire un benvenuto speciale a un buon amico: Sua Santità il Dalai Lama un grande esempio di cosa significa praticare la compassione”
Questo ci fa sperare che nel mondo l’atteggiamento supino e codardo nei confronti della Cina stia finalmente cambiando. A noi il compito di mantenere alta nel nostro paese l’attenzione sul Tibet e intraprendere di conseguenza tutte le iniziative possibili sul piano politico, mediatico, culturale, umanitario. Ecco perché, soprattutto da parte delle Istituzioni, qualunque gesto di solidarietà e appoggio alla causa tibetana che, vale la pena sempre ricordare, è basata sulla lotta rigorosamente non-violenta, è benvenuto e sarà sempre più utile a ristabilire giustizia e diritti fondamentali non solo al Tibet ma a tutti noi.
Claudio Cardelli
Presidente dell’Associazione Italia-Tibet
Il testo completo della proclamazione dell’indipendenza tibetana nel sito alla sezione “Dossier e Documenti”. Questo il link:
https://www.italiatibet.org/index.php?option=com_content&view=article&id=944