TIBET: LE AUTORITA’ CINESI VIETANO AI GIOVANI MONACI DI TORNARE NEI MONASTERI DOPO IL CAPODANNO TIBETANO

Area_del_divieto26 febbraio 2015. Le autorità cinesi della provincia del Qinghai hanno vietato ai monaci al di sotto dei diciannove anni di fare ritorno ai propri monasteri di appartenenza al termine della visita alle famiglie in occasione delle vacanze per il capodanno tibetano.

E’ accaduto nelle Contee di Tulan e Terlenkha, nella provincia autonoma di Tsonub (nella foto), dove le autorità cinesi hanno colto l’occasione delle festività del Losar, iniziate il 19 febbraio, per comunicare ai genitori dei monaci che ai loro figli non sarebbe stato consentito di tornare nei monasteri lontani da casa. Il 23 febbraio, i funzionari governativi hanno fatto sapere che i giovani monaci avrebbero dovuto dismettere gli abiti monacali e frequentare le locali scuole governative dove, lamentano i genitori, la lingua tibetana non viene insegnata. Le classi speciali per lo studio della lingua tibetana organizzate da un maestro tibetano per sopperire a questa mancanza sono state chiuse per ordine delle autorità.

L’ordine di allontanamento dai monasteri dei monaci più giovani non è un caso isolato. Nell’ottobre 2014 le autorità cinesi della Contea di Jomda, nella prefettura di Chamdo, situata nella parte orientale della cosiddetta Regione Autonoma Tibetana avevano chiesto alle famiglie dei monaci e delle monache registrati nei locali monasteri di richiamare a casa i loro congiunti. Questo provvedimento mirava a rafforzare i controlli sulle comunità monastiche che Pechino considera i maggiori centri della lotta di resistenza contro il governo.

A Jomda l’ordine è stato diramato il 24 ottobre. “Le famiglie della Contea di Jomda”- di legge nel documento emanato dalle autorità locali – “devono al più presto chiedere ai monaci e alle monache che studiano nel monasteri della Prefettura di Chamdo di fare ritorno alle loro abitazioni. Se l’ordine non verrà rispettato, i nominativi dei religiosi saranno rimossi dalle liste di registrazione delle famiglie, le loro carte di identità saranno invalidate e le famiglie perderanno ogni forma di aiuto governativo”. Non sarà consentito entrare in monastero ai giovani di età inferiore ai diciotto anni.

Un provvedimento analogo era stato adottato nel mese di settembre 2014 a Driru, nella Contea di Nagchu, dove le autorità avevano ordinato la distruzione delle strutture religiose di recente costruzione e l’espulsione dai monasteri, con il conseguente rientro a casa, di tutti i monaci più giovani. Un documento di trenta pagine distribuito capillarmente dichiarava illegali gli stupa e i templi costruiti dopo il 2010 e ordinava il rientro nelle rispettive abitazioni, entro il 20 ottobre, dei monaci di età inferiore ai dodici anni.

Fonti: Phayul – RFA – Redazione