22 aprile 2015. L’Amministrazione Centrale Tibetana (CTA), nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri 21 aprile a Dharamsala, ha chiesto ai sostenitori della causa tibetana in tutto il mondo di esercitare pressioni sulla Cina affinché venga liberato l’XI Panchen Lama, Gedhun Choekyi Nyima ormai scomparso da vent’anni.
Il 14 maggio 1995 il Dalai Lama, massima autorità spirituale del Tibet e allora capo del governo tibetano in esilio, riconosceva in Choekyi Nyima, in un bambino di sei anni, nato a Lhari, nel Tibet centrale, il 25 aprile 1989, l’undicesima reincarnazione di una delle più alte personalità religiose: il Panchen Lama, seconda autorità spirituale del Buddismo tibetano.
Malgrado l’assoluta legittimità della scelta del Dalai Lama, le autorità della Repubblica Popolare Cinese accusarono il Dalai Lama di voler creare, con il riconoscimento del piccolo Panchen Lama, tensioni e conflitti in Tibet. Tre giorni dopo l’avvenuto riconoscimento, Choekyi Nyima e i suoi genitori furono prelevati dal loro villaggio e, da allora, se ne sono letteralmente perdute le tracce. E’ inoltre iniziata, in Tibet, una durissima campagna di denuncia del Dalai Lama e di tutti quei tibetani, religiosi e laici, che si sono dichiarati favorevoli alla sua scelta. Il monastero di Tashilunpo, tradizionale sede dei Panchen Lama, è stato sottoposto ad un regime di rigido controllo di polizia e diverse decine dei suoi monaci sono stati arrestati o espulsi per avere pubblicamente espresso la loro solidarietà al Dalai Lama. A breve distanza dalla sparizione di Gedhun Choekyi Nyima, la Cina ha riconosciuto ed elevato al ruolo di Panchen Lama un altro ragazzo, Gyaincain Norbu, cresciuto ed educato nella completa adesione e fedeltà alle direttive del Partito Comunista Cinese.
Dal maggio 1995, Choekyi Nyima, oggi ventiseienne, e la sua famiglia sono scomparsi e il governo cinese non ha mai voluto dire con precisione dove e come stiano. Di fronte alle richieste di chiarimenti inoltrate da organizzazioni umanitarie, gruppi di sostegno alla causa tibetana, movimenti sindacali, partiti politici e parlamentari di numerose nazioni, le autorità della Repubblica Popolare Cinese hanno solo ammesso che il bambino e i suoi genitori “sono stati affidati al Partito Comunista per essere protetti dai tentativi di rapimento messi in atto dai seguaci del Dalai Lama e della sua cricca”. Il Panchen Lama filo-cinese non è mai stato accettato dai suoi connazionali che gli negano ogni legittimità.
Il motivo del rapimento del è essenzialmente di natura politica. Per tradizione, dopo la morte del Panchen Lama, il Dalai Lama ne riconosce la reincarnazione e, viceversa, il Panchen Lama riconosce la reincarnazione del Dalai Lama. Crescendo un Panchen Lama “di regime”, le autorità cinesi ritengono che, alla morte dell’attuale Dalai Lama, il falso Panchen Lama riconosciuto da Pechino sceglierà, come massima autorità del Tibet, una figura “fantoccio”, gradita al Partito. |
Il governo tibetano in esilio ha chiesto che il 17maggio 2015, 20° anniversario della scomparsa del Panchen Lama e Giornata Internazionale di Solidarietà con il Tibet, i tibetani e i loro sostenitori si uniscano all’appello lanciato dalla CTA alla Cina che, sorda ad ogni richiesta, continua a tenere prigioniero Gedhun Choekyi Nyima, chiedendo la sua liberazione.
Le petizioni per la liberazione del Panchen Lama su Facebook ai siti:
http://www.freepanchenlama.org/take-action/
https://www.thunderclap.it/projects/25155-release-panchen-lama?locale=en